Fabio Menghi si racconta a Palmen in Motorradsport (Parte 2)

Fabio Menghi Superbike
Fabio Menghi nel 2016. Credit: WorldSBK.

Prima parte qui.

Dopo aver parlato della stagione 2023 nella prima parte, torna su Palmen in Motorradsport l’intervista a Fabio Menghi, ex-pilota e ora team manager del team VFT Racing nel Mondiale Supersport.

In questa seconda parte, il focus si sposta dall’attualità allo stesso Fabio, che ha parlato della sua parentesi da pilota di un campionato del mondo e anche dell’attuale carriera da team manager, con anche uno sguardo rivolto agli obiettivi futuri per la squadra fondata dal padre Valerio.

 

 

Fabio, prima di passare al ruolo di team manager sei stato pilota e hai anche corso nel Mondiale Supersport dal 2012 al 2015 e in qualche gara della Superbike nel 2016. Quale aspetto dell’essere pilota ti manca di più, e quale ti manca di meno?

Quello che mi manca di più di quando correvo è il momento in cui prima di andare in pista o prima di una gara chiudi la visiera e resti da solo. È un momento topico, in cui si diventa l’unico padrone dei propri problemi e tutto quello che non riguarda la pista passa in secondo piano. Se sei a un secondo e mezzo dai migliori, sei tu che devi provare a ridurre il gap e se c’è un problema, devi capire tu qual è.

Quello che mi manca di meno è invece il fatto di dover correre o provare in condizioni estreme. Mettersi la tuta nei test in inverno col freddo, farlo quando fa caldissimo come quest’anno a Imola, doversi preparare per girare sotto la pioggia…No, questo non mi manca per niente. Ora sto lì dietro ai monitor, se fa fresco mi metto un giacchettino e il problema non si pone.

 

Fabio menghi VFT Racing Nicholas Spinelli
Podio a Phillip Island con Nicholas Spinelli.

 

E invece cosa ti piace di più e di meno del tuo ruolo come team manager?

Mi piace molto quando, da ex-pilota, capisco i problemi che stanno affrontando i piloti del mio team e so qual è la soluzione. Insomma, quando so che io e i piloti stiamo parlando la stessa lingua e sappiamo dove bisogna intervenire. Questo vale sia per aspetti tecnici, sia per le traiettorie. Quello che invece gradisco di meno è l’inverno, quando devo scegliere e ingaggiare i piloti, trovare il budget, decidere il futuro, occuparmi di tutti gli aspetti del team…Tutte cose che prendono molto tempo, e anche notti insonni!

 

Tornando invece a quando correvi, qual è il ricordo più bello dei tuoi anni da pilota? E il tuo più grande rimpianto?

Il ricordo più bello risale ai test del 2014 a Phillip Island, dove ho finito nella top 3 e avevo girato veramente forte. Purtroppo che nel weekend di gara si sono presentati molti problemi tecnici, però andavo veramente forte. Bisogna dire che la mia vita è stata caratterizzata da gravi infortuni e penso che avrei potuto fare moltissimo di più se solo non mi fossi fatto male così tante volte…E soprattutto se ci avessi creduto di più! Ecco, ammetto che non ho mai creduto fino in fondo di poter fare il pilota e in più non riuscivo mai a concentrarmi solo su quello tra università, gestione di altri piloti (come quelli che correvano con VFT Racing nell’Europeo Superstock 600, ndr) e altro ancora. 

Ecco, il mio rimpianto è che non sono mai riuscito a fare solo il pilota, e questo solo per colpa mia. Quando stavo ai box mi piaceva la parte tecnica e anche tutto il resto, quindi nella mia mente avevo tante cose e non pensavo solo a dare il meglio in pista, come invece si dovrebbe fare. Sono sempre stato molto maniacale in tutto e questo faceva sì che io arrivassi al venerdì già stanco, il che è un peccato perché il potenziale lo avevo. Dico solo che quando ho provato la Superbike sono andato subito forte, al punto che al primo turno ero già a un secondo e mezzo da Jonathan Rea e gli altri big della categoria, senza aver fatto altri test. Tra l’altro, mi sono reso conto che con la Superbike mi sentivo meglio che sulla Supersport, anche in termini di velocità e tranquillità in sella. Peccato che poi mi sia fatto male (

 

Fabio Menghi
Fabio durante i test della Superbike a Phillip Island (2016).

 

E invece come team manager, quali sono i ricordi più belli e i rimpianti più grandi di questi ultimi anni?

Non ci sono rimpianti, perché abbiamo sempre dato il massimo per raggiungere passo dopo passo i nostri obiettivi, e questo continueremo a fare. Abbiamo un gruppo veramente in gamba, gli ingegneri sono sempre gli stessi da diversi anni e fanno un lavoro egregio, quindi noi come team non abbiamo rimpianti.

Parlando invece dei ricordi più belli, sicuramente sono i podi raccolti finora: con Federico Caricasulo a Mandalika nel 2021, con Kyle Smith a Estoril nel 2022 e con Nicholas Spinelli quest’anno in Australia. A parte quello di Nicholas, che me lo sono proprio goduto, il podio che mi ha emozionato maggiormente è stato forse quello con Caricasulo, perché lì è stata una sfida contro tutti: in quell’anno non avevamo ottenuto grandi risultati, ma siccome ero convinto della validità del nostro pacchetto tecnico mi sono messo in gioco e ho voluto sostituire uno dei nostri piloti proprio con “Carica”.

Non dimenticherò mai quando Caricasulo è sceso in pista con la nostra moto in Indonesia e dopo il secondo turno mi ha detto: “Fabio, con questa moto si può vincere il mondiale!”. Quella è stata veramente l’emozione più grande. Successivamente ho provato con tutto me stesso ad ingaggiarlo per la stagione successiva, ma poi Althea Racing gli ha fatto un’offerta impossibile da rifiutare e non si è fatto nulla. In ogni caso, quello è stato davvero un weekend bellissimo. 

 

Fabio Menghi VFT Racing Federico Caricasulo
Podio con Federico Caricasulo a Mandalika (2021).

 

In conclusione, quali sono gli obiettivi del team VFT Racing per il futuro?

L’obiettivo più grande è quello di tornare in Superbike. Non nascondo che ho già ricevuto delle proposte per tornarci, e in alcuni casi si trattava anche di progetti grossi, ma ho deciso di non accettare perché con la squadra voglio procedere passo dopo passo, senza aiuti e affidandoci solo alle nostre potenzialità. In Supersport, invece, l’obiettivo immediato è come detto arrivare nella top 10 di campionato e se si presentasse la possibilità, sarebbe fantastico vincere il mondiale in futuro, anche perché la struttura per farlo già ce l’ho. In questo momento il Mondiale Supersport permette a tanti team di giocarsi le vittorie e anche il titolo, e di questo va dato il merito a Dorna e al lavoro che ha fatto.

C’è però una cosa che ha ancora più valore di un titolo mondiale: crescere e portare in alto un ragazzo giovane e all’esordio, come può essere Nicholas. Siamo stati gli unici a dargli questa possibilità e siamo contenti di averlo in squadra, anche perché ha già dimostrato di poter andare forte. Personalmente, ritengo che un podio con un ragazzo come lui valga più di un titolo mondiale, per la grande soddisfazione che rappresenta.

 

Palmen in Motorradsport ringrazia sentitamente Fabio Menghi per la disponibilità e augura il meglio a lui e al suo team per la stagione 2023.