WorldSSP: Filippo Fuligni racconta l’esperienza in Argentina

Filippo Fuligni

 

di Filippo Fuligni

 

Il viaggio

Partendo dal viaggio in sé, devo dire che è stata una bella esperienza, anche se per arrivare in Argentina ci vuole tanto tempo. Ero già stato fuori dall’Europa, in Egitto, ma c’è una grande differenza: mentre in Egitto ci si arriva in 5/6 ore, il viaggio per andare in Argentina ne è durato 12. Anzi, effettivamente il viaggio è durato ben di più, perché ora che vai in aeroporto, prendi il primo volo, fai scalo a Madrid, aspetti il volo per Buenos Aires, arrivi lì, vai da un aeroporto all’altro a Buenos Aires, voli da Buenos Aires a Mendoza e vai da Mendoza a San Juan, passa praticamente un giorno…

 

Il posto

La location me la aspettavo diversa. La zona del circuito è abbastanza povera, ma la città di Mendoza, dove sono stato domenica sera dopo la gara e lunedì, è abbastanza carina. Per noi europei i prezzi sono bassissimi: io e il team, per mangiare tutti insieme, abbiamo speso al massimo 12€ a testa e ci è capitato anche di mangiare “il mondo” spendendone solo 9. In Europa è impossibile spendere così poco…Comunque, anche San Juan non è male come città!

 

Difficoltà

Se devo dire la verità mi aspettavo che la MV Agusta fosse più facile da capire, ma come ha detto Andrea Oleari, capotecnico di mio fratello che ha anche lavorato in Moto2 con Lorenzo Baldassarri, non mi hanno certamente aiutato le condizioni della pista. Venerdì e sabato l’asfalto era scivolosissimo e per dirlo chiaramente, non ci ho raccapezzato un cavolo. Domenica invece, tra Warm Up e gara, il grip era maggiore e ho capito molto di più la moto e le cose da sistemare. Con condizioni così, comunque, un pilota come me che non conosceva né la pista, né la moto ha vita ancor più difficile…

 

Filippo Fuligni

 

Da Yamaha a MV Agusta

Con la squadra mi sono trovato benissimo da subito. Il team è molto preparato e si vede che ognuno di loro conosce bene la MV Agusta. Va bene che Andrea Oleari, che come detto segue mio fratello e ora me, non è lì da molto tempo, ma lui viene dal Mondiale Moto2 e ha lavorato con Ohlins e in MotoGP, quindi ne sa eccome…

Parlando invece dell’adattamento alla moto, la cosa che distingue la MV Agusta da una moto giapponese è l’erogazione. Il motore è a tre cilindri e devi sempre tenere la moto in un range di coppia più piccolo ed estremo, rispetto a una Yamaha. Quando si esce dalle curve, con una R6 si può ripartire tranquillamente anche sotto i 9.000 giri motore, mentre con la MV si può stare tra i 10.000 e i 15.000 e sotto i 10.000 si fa molta fatica…

 

Aspetti tecnici interessanti

Il telaio della MV è più rigido, rispetto a quello di una Yamaha, e ho trovato un avantreno molto solido. Si può frenare molto forte, anche perché questa moto ha già di serie freni e quant’altro di Brembo. Con la Yamaha, invece, si usano dischi di serie e anche se sono comunque efficaci, la frenata è più un punto di forza della MV.

L’altra peculiarità della MV, che però bisogna imparare bene a sfruttare, è la trazione. Il posteriore ha un grip eccezionale, ma essendo io abituato a una moto che di grip sul posteriore ne ha poco, ho fatto fatica. Il vantaggio di avere un posteriore che scivola un po’ di più è che puoi fare le curve più velocemente. Far girare la MV, invece, è più difficile per il motivo detto sopra. In Qatar lavoreremo per trovare un compromesso e renderla più simile alla Yamaha sotto questo aspetto.

Infine, mi ha colpito anche un aspetto che riguarda l’elettronica. Il gas non ha il filo come nella R6, ma lo si può gestire col ride-by-wire. Questo sistema viene gestito dal pilota insieme all'”elettronico” del team e consiste sostanzialmente in un dosaggio della potenza. Se apro il gas al 20%, magari il sistema ne rilascia un 10%, per dire…In parole povere, si può aumentare o diminuire la potenza e una volta capito come funziona, può dare dei bei vantaggi.

 

La gara

Dopo aver parlato del viaggio, della location e della moto, eccoci a quanto successo in pista.

Nelle prove ho faticato molto, come già detto, ma nel Warm Up ho fatto grandi passi avanti. In gara ho fatto una buona partenza dalla diciannovesima posizione e mi sono trovato in un gruppo a ridosso della zona punti. Quando ho corso come wild card nel Mondiale a Misano ero in un gruppo leggermente più avanti e per quanto ho visto in Argentina, chi sta più indietro corre un po’ più “a vita persa” e fa più errori. Questo è il caso anche di Jules Danilo, che con un ingresso un po’ sporco mi ha sollevato la leva del freno, portandola addirittura sopra il paraleva. Non sono mai riuscito a rimettere a posto la leva, poiché toccava la protezione, e questo mi ha fatto scivolare indietro fino al 22° posto finale. Devo comunque dire che, anche se non ho raccolto quanto avrei voluto, sono molto contento della mia prestazione.

 

Filippo Fuligni

 

Sostituire Federico

Concludo dicendo che se ho la possibilità di correre queste ultime gare del Mondiale, è anche grazie a mio fratello Federico. Gli sono molto grato, ma allo stesso tempo mi dispiace molto correre al suo posto e ammetto che avrei preferito di gran lunga correre insieme a lui, come successo quest’anno nel CIV al Mugello, anziché sostituirlo. In ogni caso, ringrazio di cuore Federico e il team MV Agusta Reparto Corse e mi sento onorato di poter correre nel Mondiale e farlo con tale struttura. Ci vediamo in Qatar!

 

Photo Credit: Laura De Paoli