“Chi c’è dietro?” #3 – Denis Pagnoni tra gomme, camion e…Delbianco!

Denis Pagnoni
Denis Pagnoni mentre abbraccia Alessandro Delbianco a Magny-Cours 2019. Credit: Luca Gorini.

Dopo le storie di Daniele Piagnerelli e Pierpaolo Franceschini, Palmen in Motorradsport propone una nuova intervista a un addetto ai lavori del mondiale Superbike. Questa volta si passa al lato gomme e il protagonista è Denis Pagnoni, che da alcuni anni fa parte dello staff Pirelli impegnato nel WorldSBK.

 

Ciao Denis! Potresti descrivere innanzitutto il tuo ruolo?

Mi occupo di montaggio, smontaggio ed equilibratura delle gomme per tutti i piloti di Supersport 300, Supersport e Superbike. Inoltre, per i round europei guido un camion Pirelli con dentro una sorta di ‘ufficio mobile’, dove tutti i tecnici analizzano i dati e fanno riunioni tecniche durante i weekend di gara.

 

Come sei entrato in questo mondo? E come è nata la tua passione per le moto?

La mia passione è nata tanti anni fa, quando avevo cinque o sei anni e ho cominciato a girare con le minimoto su piste come quella di San Mauro Mare. Purtroppo la mia famiglia non poteva supportare economicamente una mia carriera da pilota, quindi sono rimasto nelle due ruote in altri modi. A 16 anni ho preso la prima 125cc e ho iniziato a girare a Misano quando potevo. Mano a mano ho fatto conoscenze nell’ambiente che si sono rivelate importanti per me, come Ordeo Vitali. Andavo sempre a vedere le gare del CIV, e quando potevo andavo anche a quelle della Superbike, e una volta mi è stato chiesto se potevo dare una mano in Pirelli per guidare un loro camion, all’inizio saltuariamente. La passione mi ha spinto ad accettare e allora sono entrato in punta di piedi e ho imparato tutto il necessario, e successivamente mi hanno chiesto di rimanere e mi hanno assunto in pianta stabile. È quindi così che sono entrato in un ambiente che adoro davvero.

 

Oltre che nel WorldSBK ti si vede ogni tanto nel paddock del CIV, anche per sostenere il tuo amico Alessandro Delbianco. Come è nata la vostra amicizia?

Già nel 2016 e 2017 andavo al CIV e sentivo molto parlare di Alessandro, ma allora sapevo solo chi era e non eravamo ancora amici. Poi per pura casualità mi sono trovato a fare un corso per il trasporto merci e tra gli altri ‘studenti’ c’era una persona che ho poi scoperto essere suo zio, e che lo seguiva come manager. Una volta, quindi, mi ha invitato a vedere Alessandro allenarsi d’inverno e quella volta sono rimasto a bocca aperta vedendolo girare con la Ohvale 160. Aveva regolarità, precisione e consistenza veramente rare tra i piloti. Ci siamo conosciuti in questo modo e poi una volta siamo andati a girare assieme a Galliano Park con le Bucci. Successivamente mi hanno invitato a vedere un paio di gare durante la stagione 2018 e da lì è iniziata una bella amicizia. Provavo ad aiutarlo a trovare sponsor, ma principalmente mi impegnavo a dargli una mano ad allenarsi, visto che faticava economicamente, e lo seguivo come meccanico agli allenamenti. Così è nato questo grande rapporto di amicizia, che tuttora permane.

 

Tornando al tuo lavoro, quali sono gli aspetti che ti piacciono di più? E quelli più difficili da gestire?

Adoro vivere il paddock, avere a che fare con altri appassionati che come me vivono per questo sport e impegnarmi a fare il mio lavoro bene e in modo scrupoloso, senza commettere errori. L’aspetto difficile è sicuramente conciliare il lavoro con la vita di famiglia, dato che passo molto tempo lontano da casa. Fortunatamente mia moglie mi ha sempre incoraggiato, ma ammetto che ogni tanto pesa stare lontano dai propri cari…

 

A parte il già menzionato Delbianco, con quali altri piloti hai stretto legami di amicizia?

Ho instaurato un grande rapporto con vari piloti e uno di questi è Kevin Sabatucci, un ragazzo con cui ho legato tanto e che ormai considero un fratello minore, a cui do anche consigli e ogni tanto qualche schiaffo in testa (ride). Ho un bellissimo rapporto anche con Filippo Fuligni, Simone Saltarelli, Luca Vitali, Kevin Manfredi, Roberto Farinelli, Lorenzo Baldassarri, Nicholas Spinelli, Bruno Ieraci e Alessandro Zanca. E ce ne sono tantissimi altri ancora…

 

Ti va di raccontare un paio di aneddoti simpatici dal tuo lavoro nel paddock?

Ce ne sarebbero tanti, ma quasi tutti sono di quelli che non si possono raccontare (ride). In ogni caso uno dei più belli risale a Magny-Cours 2019: nelle FP2 aveva iniziato a piovere forte e Alessandro Delbianco aveva quindi provato una specifica rain, con cui però non era andato bene. Allora gli ho detto: ’Tanto non hai nulla da perdere, prova anche l’altra’. Mi ha ascoltato e alla fine ha chiuso la sessione col terzo tempo…Subito dopo mi ricordo che stava venendo verso la tenda Pirelli e allora sono andato da lui e abbiamo finito per abbracciarci forte sotto la pioggia. In quel momento stava passando anche Luca Gorini (noto fotografo di MotoGP e Superbike, ndr), che ha catturato quell’attimo in una bellissima foto che conservo con piacere. 

Un altro ricordo bellissimo risale sempre al 2019. A Imola Toprak Razgatlioglu ha fatto podio in Gara 1 e subito dopo è passato sotto la tenda Pirelli per darci la mano e ringraziarci. Inoltre, una cosa simile l’ha fatta anche Andrea Locatelli a Barcellona nel 2020, quando ha vinto il titolo in Supersport ed è venuto da noi a ringraziarci e a farsi una foto con tutti.

 

In conclusione, dove ti vedi tra cinque o dieci anni? Sempre nel paddock del Mondiale Superbike?

Chi lo sa (ride). Sicuramente spero di rimanere nell’ambiente per altri anni, anche se è difficile avere una vita un po’ da “zingaro” come questa. Quello che posso dire è che, dopo essere stato anche a delle gare di MotoGP, mi piacerebbe rimanere in un ambiente più familiare come quello della Superbike. Inoltre, non mi dispiacerebbe poter lavorare anche con un team e magari arrivare a lavorare in una squadra in Superbike. E il top sarebbe lavorare in un team di SBK dove corre Delbianco, grande pilota che secondo me merita assolutamente di tornare al mondiale. 

 

Palmen in Motorradsport ringrazia Denis Pagnoni per la gentilezza e il tempo dedicato e gli augura il massimo nella vita professionale e in quella personale.