Caso Héctor Barberá: “Ecco come stanno le cose”

Héctor Barberá in pista a Buriram.

Lo scorso weekend si è svolto al Motorland Aragon il terzo round stagionale del Mondiale Supersport, che ha visto lo svizzero Randy Krummenacher vincere davanti a Federico Caricasulo e a Raffaele De Rosa. Durante il weekend, però, il paddock è stato scosso dalla vicenda di Héctor Barberá.

L’ex-MotoGP partecipava al Mondiale Supersport con la Yamaha del Team Tóth by Willirace, ma l’avventura è terminata durante il round di casa, con tanto di misteriosa sparizione della moto dal box della squadra. Nell’immediato si è scritto molto riguardo la vicenda, ma mancava una versione dei fatti più dettagliata che spiegasse i motivi di tale stop. Qui sotto, Palmen in Motorradsport riporta il lungo comunicato stampa inviato da Oriol Vidal, telemetrista di Héctor Barberá e pilota della Dakar.

 

Inizio difficile

Per chi non mi conosce – introduce Vidal – il mio lavoro è quello di ingegnere di pista, elettronico, telemetrista o come volete chiamarlo. Quest’anno mi era stato chiesto di partecipare a un progetto molto interessante: vincere il Campionato del Mondo con un gran pilota quale è Hector
Barberá e con una moto preparata appositamente da Yamaha Austria Racing Team (squadra impegnata da molti anni nel Mondiale Endurance, ndr). 
Avete presente la tipica immagine del confronto tra aspettative e realtà? Beh, questo è quello che abbiamo affrontato nel primo round stagionale, in Australia. Abbiamo trovato ad attenderci una moto da “strada” con carenature racing. Prima dei test, abbiamo lavorato come matti per due giorni al fine di trasformarla in una moto minimamente da gara. Mancava la telemetria, mancavano gli agganci rapidi, mancavano i connettori rapidi etc.

 

Ricambi

Questo per quanto riguarda la moto…Meglio non parlare dei ricambi!“- continua il comunicato. “Addirittura ci mancavano alcune cose imprescindibili e noi tecnici abbiamo dovuto trovarle attraverso i nostri contatti. Una sola caduta, o un solo errore, e sarebbe saltata la gara. Dall’inizio della stagione, Héctor non ha potuto fare nemmeno un giro al 100%, perché era consapevole di tutto ciò fin dal principio. E intanto il team ci comunicava che il materiale sarebbe arrivato alla gara successiva
Per esempio, avevamo un solo shifter e un solo set di interruttori e sensori e in Australia non avevamo nemmeno un motore o uno scarico di ricambio…E lo stesso riguardava gli attrezzi! 
Per esempio, dovevo usare il nastro isolante (ed erano anni che non lo usavo nelle competizioni) perché lì non c’era traccia di guaina termorestringente. In Australia ho fatto una lista delle cose che mi servivano per lavorare dignitosamente, ma non mi è mai arrivato nulla. Non avevo nemmeno la licenza per usare il programma della telemetria. Ho dovuto fare i miracoli per riuscire a leggere i dati…

Tutto questo riguarda la parte tecnica, perché c’è dell’altro…

 

Soldi

I ricambi non erano le uniche cose che mancavano, stando a quanto dice Vidal: “Né io, né gli altri membri del team abbiamo visto un euro da quando è iniziata la stagione. Il proprietario del team (Imre Toth Jr., ndr) ci ha continuamente presi in giro, rimandando i pagamenti giorno dopo giorno. Giovedì 4 aprile, il proprietario ha addirittura ammesso che se ci avesse pagato gara per gara, non saremmo arrivati neanche ad Aragon. Siamo addirittura arrivati a dover comprare noi del materiale per aiutare la squadra.
Il motivo, che è probabile rappresenti la realtà, è che lo sponsor non aveva pagato nessuna quota. Il problema è che ovviamente noi avevamo un contratto col team, non con lo sponsor. Come minimo, avrebbe dovuto spiegarci la situazione fin dal principio, invece di ingannarci con continue promesse. Il giorno 1 aprile mi era giunta un’offerta per lavorare con un altro team del Mondiale Supersport, ma l’ho rifiutata dopo che il Team Toth mi ha promesso di pagare tutto entro il mercoledì di quella settimana.

Héctor Barberá in azione a Phillip Island.

 

Sponsor

La promessa, a quanto pare, non è stata mantenuta: “Il giorno dopo – scrive Vidal – quasi tutto lo staff tecnico si è riunito col proprietario del team, che ha detto quanto scritto sopra, cioè che lo sponsor aveva pagato una piccola parte di quello che avrebbe dovuto pagare, che lo stava ingannando ecc. Ci disse addirittura che aveva pagato molto di tasca sua per arrivare al Motorland Aragon! Ci ha promesso che avrebbe preso il maggior quantitativo di denaro possibile allo sponsor, che era lì in quanto sponsorizza anche un team del Mondiale Supersport 300 (l’ACCR Czech Talent Team gestito da Jakub Smrz, ndr). Nei giorni seguenti ci venne detto che erano in corso varie riunioni tra il capo del team e lo sponsor, ma di fatto il denaro non arrivò mai.

 

E i problemi continuano…

Al Motorland Aragon Barberá ha vissuto un weekend semplicemente infernale, fin dalle FP1. Ecco cosa dice il comunicato: “Durante le prime prove libere si è rotto il motore. Quel motore si era già danneggiato in Thailandia per il caldo e lì avevamo dovuto montare il propulsore usato in Australia, nel quale riscontrammo poi un calo di potenza. Il motore rotto a Buriram è stato riparato in Spagna e montato sulla moto ad Aragon, ma il caldo trovato in Thailandia aveva debilitato il motore a tal punto che si è rotto dopo pochi giri.
Quale era l’unica soluzione? Montare il motore vecchio. Questo, ovviamente, farebbe indignare qualunque pilota, soprattutto se è uno di prima fascia che corre in casa, è quarto in campionato e ha voglia di vincere. A quel punto, ci siamo trovati a dover parlare con altri team e a chiamare gente fuori dal paddock. Avevamo addirittura pianificato di cercare un motore in Germania. Il problema è che mancava il denaro per comprarlo…

 

Stampa

Nel racconto di Oriol Vidal non manca una telemetria comparativa tra un motore in condizioni normali e quello che stava usando Héctor Barberá, per spiegare i problemi di potenza che affliggevano il propulsore usato dallo spagnolo. Successivamente, Oriol Vidal spiega il perché di tale comunicato: “Purtroppo quello che è successo qui è più comune di quanto sembra, ma questa vicenda ha fatto molto rumore per via del pilota coinvolto. Sono indignato di fronte a certi comunicati stampa che insinuano cose inopportune e svariati commenti di gente disinformata”.
In questo caso Vidal parla anche di quanto dichiarato a Teledeporte da Imre Toth Jr., reo di aver accusato lo stesso Hector Barberá del furto della moto, e dei riferimenti fatti in certi articoli alle vicende che hanno coinvolto il pilota di Dos Aguas in passato. “Héctor – continua Vidal – è un gran pilota. I suoi risultati parlano da sé e lui continua a dimostrarlo anche oggi. Che bisogno c’è di attaccarlo in questo modo? Tutti noi abbiamo un passato, tutti noi abbiamo fatto errori e sicuramente gran parte della gente che critica ha vissuto le stesse esperienze. Che bisogno c’è di accusarlo di aver rubato la propria moto, senza nessuna prova?

 

I precedenti del Team Tóth

Il comunicato fa poi riferimento ai problemi avuti in passato dal Team Tóth: “Vi siete mai chiesti nulla sulla squadra e sui suoi precedenti? Sono usciti comunicati stampa con informazioni date a casaccio senza criterio e senza obiettività, al solo scopo di fare polemica. Dal mio punto di vista, queste sono le cose che allontanano gli appassionati dal motociclismo
La squadra in questione ha già una serie di precedenti per pagamenti non effettuati e per mancanza di budget. Non ho trovato molte informazioni a riguardo, dato che spesso queste cose non vengono rese pubbliche, ma posso ricordare un paio di cose:

  1. Nel 2009, Mattia Pasini correva con questo team nel Mondiale 250cc. Anche lì, il budget terminò misteriosamente e molte persone rimasero senza stipendio. La vicenda va avanti anche oggi, ma il capo del team non si è mai presentato in tribunale e ovviamente gli stipendi non sono ancora stati pagati.
  2. Nel 2016, Péter Sebestyén cadde nelle FP2 del round del Mondiale Superbike a Laguna Seca. Non c’era abbastanza materiale per riparare al meglio la moto e così il pilota ha dovuto fare le due gare con un mezzo ancora danneggiato.

 

Chiosa finale

Il comunicato si chiude così: “Quello che non capisco è come l’organizzatore del campionato possa far correre un team dopo tutto questo. Anch’io ero stato avvisato da molta gente del paddock riguardo la storia dei mancati pagamenti, ma alla fine mi sono illuso e ho accettato l’offerta. L’unica cosa certa è che adesso sono senza lavoro e senza un buono stipendio, che difficilmente recupererò, e che la stampa sta punendo qualcuno che non lo merita per niente.”

In attesa di un’eventuale replica da parte del team, Palmen in Motorradsport considera superfluo qualsiasi commento. Le uniche certezze sono Héctor Barberà a piedi e l’ennesima storia di questo genere proveniente dal Mondiale Supersport, un anno dopo il chiacchierato caso del team NRT…

 

Photo Credit: worldsbk.com