Alessandro Tonucci si racconta a Palmen in Motorradsport

Alessandro Tonucci Iván Ortolá
Tonucci sul podio con Ortolá a Jerez (2023).

Il 2023 sta ormai per concludersi e con esso finisce un anno veramente importante per Alessandro Tonucci e il suo Team MTA Racing.

La squadra italiana è stata infatti tra i grandi protagonisti della stagione appena conclusasi del Mondiale Moto3, dove ha fatto parte costantemente del gruppo di testa e ha conquistato due vittorie, un terzo posto e tanti piazzamenti in top 5 con Iván Ortolá e tanti risultati nelle prime dieci posizioni con Stefano Nepa. Inoltre, il Team MTA si è messo in luce anche nel FIM JuniorGP, dove con Xabi Zurutuza ha portato a casa due vittorie tra cui una (Gara 1 a Portimão) arrivata addirittura dopo una rimonta dalla venticinquesima posizione in griglia.

Questi grandi risultati e in generale la crescita del team (che è anche reduce da una collaborazione di due anni con la Angeluss di Aurora Angelucci) sono il frutto di un grande lavoro svolto dallo staff e dai piloti e anche dell’esperienza da pilota vissuta e trasmessa dal titolare Alessandro Tonucci, che in passato è stato anche protagonista del Motomondiale nelle classi 125cc e Moto3. E proprio di questo cammino dagli inizi come pilota fino al presente e futuro del Team MTA che si parla nell’intervista che “Tonu” ha rilasciato in esclusiva a Palmen in Motorradsport.

 

 

Ciao Alessandro! Partiamo innanzitutto dai tuoi inizi nel motociclismo. Come è nata la passione per le moto? E come sono state le prime stagioni?

La mia passione è nata casualmente a 8 anni grazie a un mio compagno di classe che girava con la moto da cross: Francesco Muratori, che ha poi corso diverse gare a buon livello in campionati nazionali e internazionali. Da lì, a 11 anni ho provato una minimoto e mi sono subito innamorato della velocità. Nelle prime stagioni ci sono stati momenti bellissimi, a partire dal paddock molto “amichevole” e genuino nel CIV e nel CEV. All’esordio come wildcard al CIV, nel 2008 a Misano, sono arrivato terzo dietro a Riccardo Moretti e Lorenzo Savadori insieme al team Semprucci (con anche Matteoni Racing, ndr) e da lì il team JuniorGP Aprilia mi ha preso come pilota ufficiale dal 2009 nel CIV, dove sono arrivato secondo in campionato dietro a Moretti e primo tra i piloti Under 18. Sempre nel 2009 sono riuscito a giocarmi il Campionato Europeo 125 con Marcel Schrötter nella gara unica di Albacete, dove sono arrivato secondo. E’ stato un anno d’esordio bello e pieno di bei ricordi.

 

In tutto questo hai anche corso nel JuniorGP, che era un trofeo monomarca Aprilia che ha lanciato piloti come te, Luigi Morciano e Roberto Anastasia. Come ti ha aiutato quell’esperienza?

Il trofeo JuniorGP lo correvo in concomitanza con la Coppa Italia 125 SP ed è stato fondamentale per farmi notare per tutto quanto scritto sopra. È un trofeo che personalmente rilancerei in Italia, vista la scarsa competitività e appetibilità del CIV di oggi.

 

Alessandro Tonucci JuniorGP
Col team Aprilia JuniorGP Racing Dream (2009).

 

In quel periodo hai anche vissuto le tue prime wildcard nel Motomondiale (Mugello, Brno e Misano nel 2009 e Mugello, Brno, Misano ed Estoril nel 2010, ndr). Cosa racconti di quelle esperienze?

Le wildcard mondiali in quegli anni erano molto diverse da adesso, erano altri tempi anche se son passati 13 o 14 anni. Sono state molto importanti per farmi capire veramente come andavano fatte le cose da professionista, anche se la strada era ancora molto lunga.

 

Nel 2011, invece, hai disputato la tua prima stagione completa nel Mondiale 125cc col Team Italia FMI. 

Il primo anno di mondiale all’inizio è stato un po traumatico. Eravamo rimasti in pochi con le Aprilia RSW contro le nuove RSA. C’era tanta differenza e venendo da altri campionati dove ero abituato a vincere le gare o a giocarmi podi, ritrovarmi a lottare per la zona punti mi ha un po’ scioccato. In realtà, alla fine già riuscire ad essere la prima RSW in gara era come una vittoria e al Gran Premio del Giappone del 2011 son riuscito ad ottenere un 10° posto e ad arrivare primo proprio tra i piloti con la RSW, finendo così una bella stagione di crescita.

 

Nel 2012 c’è stato il passaggio alla Moto3 con alcuni buoni risultati e soprattutto il primo podio a Motegi. Cosa racconti di quell’anno?

Il 2012 ha avuto anch’esso un inizio difficile. Noi come Team Italia dovevamo avere le Ioda, ma ai test invernali a Jerez ho rimediato la frattura scomposta del malleolo peroneale sinistro a causa delle frequenti perdite d’olio che aveva quella moto. Dopo quell’incidente la FMI ha deciso di cambiare moto per iniziare la stagione e di dare a me e Romano Fenati due FTR Honda. Dopo una ripresa e una stagione in crescita, finalmente in Giappone sono riuscito a tornare a giocarmi la vittoria e dopo l’incidente di Sandro Cortese all’ultimo giro ho concluso terzo e ho conquistato il mio primo podio iridato. È stata un’emozione enorme che non dimenticherò mai.

 

Alessandro Tonucci
Podio a Motegi nel 2012. Credit: Gigi Soldano.

 

Gli anni successivi in Moto3 (2013 con Tasca Racing, 2014 con CIP e 2015 con Outox Reset Drink, ndr) sono stati difficili per varie ragioni. Cosa puoi dire a riguardo?

Gli anni successivi purtroppo, eccetto il 2014, non mi sono mai più divertito come volevo. Scelte sbagliate di team e risultati scarsissimi e altalenanti, dovuti a una poca fiducia nei mezzi che avevo, mi hanno praticamente fatto passare la voglia di correre e successivamente smettere all’improvviso.

 

Nel 2016 infatti sei passato alla Moto2, ma ti sei ritirato dalle corse dopo pochi GP. Cosa ti ha spinto a prendere tale decisione?

La Moto2 non mi era mai piaciuta come idea, in quel momento. Non volevo farla. Avrei preferito fare un ”ultimo” anno in Moto3 con una situazione decente per vedere se veramente ero io che non ero più in grado di andare forte oppure avevo solo bisogno di una struttura competente con mezzi all’altezza. La mia “gestione” all’epoca aveva solo quella come chance per provare a continuare e ho accettato, ma sapevo che con Tasca Racing e con un team nuovo senza nessun tipo di preparazione mia su una 600cc non sarei andato da nessuna parte. Così, al GP del Mugello 2016, decisi di smettere dopo vari problemi irrisolvibili e di abbandonare definitivamente le corse come pilota, per non perdere altro tempo.

 

Nel 2017 hai iniziato un nuovo capitolo col Team MTA, allora sponsorizzato da 3570. Com’è stato l’”impatto” col nuovo ruolo?

Il 2017 è stata una nuova avventura veramente bella, che mi ha fatto ritrovare la passione, e sono stato molto contento di passare dall’altra parte del muretto. Credo che gestire un team sia il sogno di tutti i piloti, una volta terminata la propria carriera.

 

Alessandro Tonucci
In griglia con Ryusei Yamanaka nel CEV (2019).

 

Da lì il team è cresciuto fino ad approdare al CEV. Cosa racconti degli anni dal 2017 al 2021?

Il CIV ci ha dato qualche soddisfazione e da li siamo arrivati al CEV. Abbiamo avuto degli anni difficili, ma a fine 2020 è nata grazie a Gino Borsoi una grande opportunità che ci ha dato grandi speranze per il CEV 2021: abbiamo conosciuto Iván Ortolá, che seguivo personalmente nella European Talent Cup dal 2019 ed è sempre stato un pilota di quelli che ogni team vorrebbe. E così è stato. Abbiamo esordito con una pole position e tanti podi durante l’anno, giocandoci il campionato con Dani Holgado fino all’ultima gara. Inoltre, nel 2021 la struttura tecnica del team è cambiata ed è passata nelle mani di Federico “Frigno” Fergnani, che insieme a tutto il team ha dato una bella svolta e permesso ad Ortolá di esprimersi e farci diventare un vero e proprio team di riferimento.

 

A coronamento di questa crescita, nel 2022 il Team MTA è approdato al Mondiale Moto3 con Ortolá e Stefano Nepa. Cosa pensi della prima stagione?

La prima stagione è stata dura all’inizio. Abbiamo sofferto un po la moto nuova, mentre gli altri erano già al terzo anno visto il blocco dello sviluppo fino al 2023 a causa del COVID-19. Nessuno però ha mai mollato, dal team ai nostri piloti. Abbiamo portato Nepa al suo miglior risultato in carriera fino a quel momento, abbiamo fatto una prima fila con Ortolá in Australia, ci siamo giocati la vittoria fino all’ultimo giro con Ortolá a Silverstone e Nepa sarebbe stato sicuramente in zona podio a Sepang, se non si fosse fatto male. Un bellissimo esordio che ci ha dato molta carica per il 2023, anche perché entrambi i piloti hanno voluto proseguire con noi e anche questa è stata una soddisfazione.

 

Arriviamo così al 2023, che per il team è stato un anno con diversi spunti positivi. Sei soddisfatto della stagione, e perché? Cosa invece sarebbe potuto andare meglio?

Il 2023 ha confermato definitivamente che siamo una squadra che può dare tanto anche in mezzo a team ufficiali. Abbiamo vinto due gare di fila e ottenuto molte prime file con Ortolá, una pole position e anche una prima fila con Nepa. Ci siamo giocati il titolo piloti fino a qualche gara dalla fine e siamo arrivati quinti nella classifica team e primi tra i team privati. Non saprei cos’altro dire. Certo, avevamo i numeri per provare a vincere il titolo o comunque stare nella top 3, ma non è facile per niente e non ho niente da recriminare a nessuno. Devo ringraziare tutti, dal mio fantastico team ai nostri piloti.

 

Alessandro Tonucci Team MTA Iván Ortolá
Austin 2023: prima vittoria iridata del Team MTA. Credit: MTA Racing.

 

Di tutti i piloti che hai avuto finora nel tuo team, compresi quelli di quest’anno, quali ti hanno stupito maggiormente e perché?

Indubbiamente Ortolá per me è e sarà sempre uno dei piloti più importanti. Ci siamo lanciati insieme nel 2021 al CEV, siamo arrivati al mondiale insieme e abbiamo vinto la prima gara insieme. Quelli con lui sono stati tre anni veramente importanti. Anche Nepa è una parte fondamentale della nostra storia: il connubio ha subito funzionato, dando tranquillità a lui per permettergli di stare davanti a giocarsi le gare, cosa che può fare. Per concretizzare definitivamente il primo podio insieme nel 2024 abbiamo solo bisogno di affiatamento e tranquillità, perché la velocità è una certezza.

 

Nel 2024 schiererete nuovamente Nepa e al suo fianco ci sarà il nuovo acquisto Nicola Fabio Carraro. Vi siete già dati degli obiettivi per il 2024?

Nel 2024 cambieranno molte cose nella categoria, dato che avremo gomme Pirelli e moto nuove per tutti, quindi penso che con Nepa potremo giocarci le prime tre posizioni in campionato. È il suo momento. Con Nico Carraro possiamo crescere e potenzialmente cercare di stare minimo nella top 10 o top 5, ma ancora non mi esprimo avendo lavorato con lui solo nel test Pirelli di Valencia, che è stato poco indicativo.

 

In conclusione, con l´esperienza accumulata in questi anni, cosa direbbe il “Tonu” di oggi al “Tonu” del 2011, fresco di approdo al Mondiale 125cc?

Al “Tonu” del 2011 non direi tanto. Per fortuna ho fatto sempre quello che mi sentivo di fare e non mi pento di niente. Tutte le decisioni che ho preso, compresa quella di smettere, sono state ponderate e definitive e non ci sono stati ripensamenti. Di certo smettere di correre a 23 anni non è stato bello, e in realtà è stato molto duro, ma era necessario e adesso sono felice così.

 

Palmen in Motorradsport ringrazia Alessandro Tonucci per la grande disponibilità e augura a lui e al Team MTA il meglio per il 2024 e le stagioni a seguire.