Peripezie e ritorni: Il riscatto di Thomas Gradinger

Thomas Gradinger
Thomas Gradinger.

English version here.

Quando si parla di piloti giovani e talentuosi, ma anche sfortunati, uno dei principali esempi degli ultimi anni è Thomas Gradinger.

Gradinger è stato Campione Tedesco Supersport nel 2017 e poi ha avuto due stagioni travagliate nel Mondiale Supersport, che sono state influenzate da problemi di vario tipo. Inoltre, avrebbe dovuto correre di nuovo nel WorldSSP nel 2020, ma la mancanza di fondi del team Kiefer Racing ha fatto saltare tutti i piani. Alla fine Gradinger è tornato all’IDM Supersport, dove corre tuttora, e un’altra cosa da sottolineare è che in questi anni ha riportato alcuni infortuni piuttosto seri, dai quali fortunatamente si è ripreso. Quest’anno, il 26enne austriaco sta regalando insieme a un piccolo team chiamato Eder Racing una delle migliori storie di questa stagione, dato che sta ottenendo risultati notevoli nell’IDM e, in particolare, ha corso da wildcard nel Mondiale a Most concludendo con un bel sesto posto in Gara 2 (condizionata da tempo variabile e vinta da un grande Tarran Mackenzie).

Palmen in Motorradsport ha avuto la possibilità di chiacchierare con Thomas Gradinger riguardo la stagione in corso e anche un po’ di passato e futuro di un pilota forte, ma spesso sfortunato.

 

Thomas, a Most hai concluso Gara 2 del Mondiale Supersport al sesto posto, con un piccolo team che non aveva mai calcato un palcoscenico come questo. Com’è andata la gara?

È stata una gara molto difficile in un weekend altrettanto difficile. Siamo arrivati qui fiduciosi dopo aver svolto belle gare nell’IDM a Schleiz, ma allo stesso tempo non avevamo grandi aspettative, dato che la squadra non aveva mai corso in un campionato del mondo prima di allora. Siamo arrivati qui con un approccio umile e il solo obiettivo di divertirci. Il weekend però è stato molto impegnativo fin dall’inizio e non avevo feeling con la moto, non so perché, ed ero decisamente insoddisfatto del 28° posto in Superpole, anche perché ho girato un secondo più lento rispetto al round dell’IDM. Ad ogni modo, dopo aver faticato in Gara 1 (24° posto, ndr), nella seconda gara abbiamo cercato di trarre il meglio dalla situazione che si è creata e quando il tempo è impazzito con pioggia in alcuni punti del circuito, poi su tutto il circuito e poi per niente, ho solo cercato di finire la gara ed evitare incidenti e infortuni, visto che mi sono fatto male spesso e volentieri negli ultimi anni. E ce l’ho fatta, perché ho chiuso in sesta posizione e ho conquistato così un grande e inaspettato risultato, con cui abbiamo concluso in bellezza questa esperienza.

 

Tra l’altro, il tuo risultato in Gara 2 è stato ottenuto in condizioni particolari.

È stato complicato, ma ho cercato di restare sulle stesse gomme e di evitare qualsiasi incidente. Alla fine abbiamo ottenuto un ottimo risultato e siamo stati anche un po’ fortunati, ma ciò che conta davvero è quello che dice la classifica e non come è stato ottenuto il risultato. È stata sicuramente una grande ricompensa per i nostri sforzi.

 

Thomas Gradinger
Gradinger in azione a Most. Credit: Racing Foto.

 

Hai raggiunto questo risultato col team Eder Racing, una piccola squadra con ancora poca esperienza. Cosa puoi raccontare di loro?

Abbiamo iniziato a lavorare insieme nel 2021. Avevo programmato di correre nei round europei del Mondiale Supersport, ma ho lasciato il mio team (DK Motorsport, ndr) dopo il primo round al Motorland Aragon. Allora conoscevo Thomas Eder (Team Owner, ndr) da qualche mese, e mi propose di correre con lui nell’IDM a Most come wildcard. Nella prima gara siamo arrivati secondi, il che è stato fantastico, ma poi in Gara 2 siamo stati squalificati a causa di un nostro errore sulla griglia di partenza. In quel momento tutti parlavano della nostra squalifica dalla seconda gara, ma si erano completamente dimenticati di quello che avevamo ottenuto in Gara 1. Questo ci ha dato ancora più motivazione per continuare la stagione insieme e nelle gare successive ci siamo divertiti molto e abbiamo continuato a crescere insieme, anche in termini di personale.

 

Quante persone lavorano nel team?

A livello tecnico abbiamo due meccanici, il telemetrista, il tecnico delle sospensioni e ovviamente il proprietario del team. Dall’altra parte, la figlia di Thomas e due nostri cari amici si occupano dei pasti, dell’attrezzatura e così via.

 

Per questa stagione il focus rimane sull’IDM Supersport. Come sta andando lì?

È un po’ diverso rispetto agli anni scorsi, visto che hanno cambiato i regolamenti per adeguarli a quelli del Mondiale e ora ci sono anche le cosiddette moto Next-Gen (in particolare, ci sono quattro piloti su Triumph Street Triple 765, ndr). Abbiamo cercato di essere il più costanti possibile, ma non ci siamo ancora riusciti. Al Sachsenring sono arrivato terzo in Gara 1 e sono stato buttato fuori da un altro pilota in Gara 2. A Oschersleben ho lottato con l’infortunio alla spalla del Sachsenring e sono arrivato quinto e secondo. A Most sono caduto in entrambe le gare e non avevo un buon feeling con la moto. A Schleiz, invece, sono arrivato quarto in Gara 1 e terzo in Gara 2, il che è stato fantastico considerando che nella seconda gara sono uscito di pista per colpa di un altro pilota e ho dovuto recuperare dall’ultima posizione. Nel complesso finora è stata una buona stagione, anche se ci è mancata la costanza e anche un po’ di fortuna.

 

Prima hai menzionato gli infortuni. Negli ultimi anni ne hai avuti molti…

Dal 2019 ho avuto un brutto infortunio ogni anno. Nel 2019 mi sono rotto il tallone destro e nel 2020 ho avuto una grossa frattura alla caviglia destra, che si è rotta in più punti, e non ero nemmeno sicuro che sarebbe tornata a posto. Nel 2021 mi sono rotto la spalla destra con interessamento dei legamenti. Poi, nel 2022, mi sono fatto male alla mano e alla spalla e a Schleiz sono caduto a 200 chilometri orari e mi sono rotto tre vertebre toraciche. Sono quasi finito su una sedia a rotelle, ma fortunatamente sono riuscito a riprendermi e a tornare. Il mio corpo non è in forma al 100%, ma sono felice di poter ancora fare ciò che amo e sono grato a tutte le persone intorno a me, come la mia famiglia e i miei amici del team Eder Racing. Tutto questo mi aiuta molto a superare i momenti difficili.

 

Thomas Gradinger
Aragon 2019. Credit: sp8images.

 

Tornando invece alle due stagioni che hai trascorso nel Mondiale Supersport nel 2018 e nel 2019, quali sono i ricordi più belli?

Il ricordo più bello è stato poter correre in un campionato del mondo, un privilegio che non molti piloti possono vantare. Inoltre la mia stagione da rookie (con il “travagliato” team NRT, ndr) è stata molto buona e ho anche concluso tre gare in quarta posizione. Nel 2019 ero con Kallio Racing e i momenti più belli di quell’anno sono stati la pole position ad Aragon e il podio ottenuto ad Assen.

 

A parte i risultati che hai appena citato, quella del 2019 è stata una stagione difficile e anche l’ultima fino ad oggi per te nel WorldSSP. Cosa è successo esattamente in quell’anno?

Soprattutto dopo essere arrivato terzo ad Assen, il mio obiettivo era diventato quello di vincere una gara e da lì mi sono messo sempre più pressione addosso per riuscirci. Questo mi ha portato a non divertirmi più in sella e ad avere sempre più difficoltà. Inoltre, ammetto che in quel periodo buio mi è mancata la persona giusta, che potesse aiutarmi ad uscirne.

 

Dopo aver guardato indietro, concludiamo guardando al tuo futuro. Quali sono i tuoi obiettivi per le prossime gare e per la tua carriera in generale?

Per le prossime gare voglio solo divertirmi e, se non commettiamo altri errori, provare a giocarmi il titolo. Parlando del mio futuro, invece…non lo so (ride, ndr). Tutto dipende dalle mie condizioni fisiche e ovviamente dal budget. Sono in una buona situazione qui, ma ho ancora bisogno di lavorare e guadagnare il mio stipendio ed è quello che sto facendo, dato che lavoro nell’azienda di raccolta rifiuti gestita dalla mia famiglia. Tuttavia, anche se devo farmi le mie 40 ore settimanali di lavoro, posso trovare il tempo per allenarmi e gareggiare e questo significa molto per me. Per il futuro vedremo, ma nel frattempo mi godo la mia passione e ringrazio tutte le persone che mi supportano.

 

Palmen in Motorradsport è grato a Thomas Gradinger per il suo tempo e gli augura “Viel Erfolg” per le prossime gare in IDM Supersport. E chissà, non sarebbe male rivederlo nel Mondiale…