WorldSBK – Parla Lucio Pedercini: “Bene nonostante tutto, però…”

Lucio Pedercini
Lucio Pedercini.

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Chiunque vada a una gara del Mondiale Superbike può avere tante certezze, e una di queste è rappresentata dalla presenza e dal sorriso di Lucio Pedercini.

Il Team Pedercini Racing, fondato da suo padre Donato e portato avanti da Lucio, è ormai da tanti anni un baluardo del paddock e anche se le ultime stagioni sono state assai travagliate per problemi di vario genere, una passione smisurata per le corse fa sì che la squadra vada avanti, Quest’anno, anche se ha debuttato a stagione in corso e con pochi test alle spalle, sono già arrivati dei buoni risultati con Isaac Viñales, che ha anche centrato un 15° posto in Gara 1 a Donington Park. Non è un momento semplice, complici le difficoltà che colpiscono i team indipendenti Kawasaki, ma la speranza è che ci sia una crescita continua fino a fine stagione.

Palmen in Motorradsport ha potuto scambiare quattro chiacchiere con Lucio Pedercini a Most, dove l’ex-pilota di Volta Mantovana ha parlato della stagione odierna e delle difficoltà passate e presenti che vive la sua struttura.

 

Lucio, quest’anno affrontate una nuova stagione in Superbike con Isaac Viñales. Come sta andando?

Sta andando bene, considerando i pochi test effettuati. Pensavamo di avere un aiuto maggiore da parte di Kawasaki, ma quest’anno stiamo vedendo che faticano anche loro e pure gli altri team satellite stanno soffrendo non poco. Di fatto, il nostro livello è simile a quello dei team Puccetti e Orelac. Siamo un po’ tutti limitati dalla moto…

 

Per voi c’è anche il fatto che avete iniziato la stagione più tardi rispetto agli altri, saltando le prime due trasferte e facendo pochi test.

Sì, ma alla fine non è cambiato molto. La moto è rimasta ferma al 2022 e quindi non c’è stato un grande step, a prescindere dai nostri investimenti. Noi facciamo il possibile con quello che abbiamo, ma non è facile difendersi in questa situazione. In più, diversamente da quanto si vede con le altre case, la politica di Kawasaki fa sì che ci sia un grande gap tra le moto ufficiali e quelle dei team indipendenti.

 

Avete già parlato con Kawasaki per vedere il da farsi?

In questo momento no, anche perché non sanno nemmeno loro cosa faranno. So che si sta cercando di livellare le prestazioni, ma dobbiamo parlare con Kawasaki per capire quali prospettive abbiamo.

 

Team Pedercini Racing
Isaac Viñales in azione a Most. Credit. Team Pedercini Racing.

 

State valutando delle alternative?

Già non è un periodo facile, poi in queste condizioni si fatica a trovare un pilota e degli sponsor. Basta guardare Puccetti: ha investito tanto e ha ingaggiato inizialmente un Campione del Mondo come Tom Sykes, ma i risultati non sono ancora arrivati. Se non c’è un cambiamento, è naturale pensare ad altre opzioni.

 

Voi vi state comunque difendendo e avete anche fatto un passo avanti rispetto al 2022.

Sì, stiamo lavorando duramente per fare bene. Purtroppo nel 2022 abbiamo avuto dei problemi all’inizio col nostro pilota e da lì in avanti abbiamo dovuto cambiare pilota in più occasioni, in quanto quelli che ingaggiavamo dovevano spesso assentarsi per delle concomitanze coi campionati in cui correvano. Certamente è difficile lavorare e crescere se non c’è continuità, infatti ora che andiamo avanti con Isaac Viñales si stanno vedendo dei miglioramenti gara dopo gara. Lui e il team si capiscono sempre meglio e questo ci permette di fare abbastanza bene.

 

Quali obiettivi avete per la seconda parte di stagione?

Avvicinarci il più possibile ai piloti ufficiali e stare davanti nel gruppetto formato da noi, le altre Kawasaki satellite e le due Honda del team MIE, che sono più alla nostra portata.

 

E per i prossimi anni è tutto in divenire.

Dipende da tantissime cose, come il budget e la competitività della moto. Andare avanti così è frustrante, perché vai in circuito sapendo che non potrai fare più di un tot. Si sa che sono un grande appassionato di questo sport, ma vedere che i sacrifici che si fanno non portano risultati, e non per colpa del team, fa scendere la motivazione.

 

Negli ultimi anni il Team Pedercini Racing ha avuto diverse difficoltà di varia natura, a partire da fine 2019. Cosa ti ha spinto ad andare avanti?

Come detto, il fatto che io sia un grande e vero appassionato di motociclismo. A fine 2019 dovevamo smettere (dopo la separazione dallo sponsor Global Service Solutions, ndr), ma per me non era giusto porre fine a questo progetto e quindi ho rimesso insieme la squadra per il 2020, tra l’altro in buone condizioni considerando in poco tempo a disposizione. Il problema è che poi è arrivato il COVID-19: molti sponsor avevano firmato con noi sapendo che avrebbero avuto dei posti nella nostra hospitality, ma le restrizioni decise a causa della pandemia impedivano di portare ospiti nel paddock e questo ha rappresentato una vera e propria mazzata. Poter venire alle gare e vivere l’esperienza del Mondiale Superbike avrebbe convinto ancor di più gli sponsor a credere nel progetto e a mettere il loro adesivo sulla moto, e invece questo non è stato possibile.

 

Nonostante ciò, la squadra ha resistito.

Questo per la mia passione, ma forse è arrivata l’ora di metterla un po’ da parte e guardare alla cruda realtà. Purtroppo in questo mondo la passione conta sempre meno e questo dispiace soprattutto a chi, come me, viene da tempi in cui la passione era la cosa più importante e nel paddock c’erano amicizia e voglia di aiutarsi. In ogni caso, presto compirò 51 anni e sono in questo mondo da quando ne avevo 19, quindi per me è davvero difficile farla andare via. A volte sono stanco e voglio fermarmi, ma anche adesso che inizia la pausa estiva resisto non più di una settimana, dopodiché voglio già tornare in circuito. Eh no, non si molla…

 

Palmen in Motorradsport ringrazia Lucio Pedercini per la disponibilità e augura a lui e al suo team il meglio per le prossime gare del Mondiale Superbike 2023.