Supersport 300: Robert Schotman, giovane esempio di resilienza

Gallery: Luca Gorini

Lo storico Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola sta ospitando il quinto round stagionale dei mondiali Superbike e Supersport, nonché il terzo del Mondiale Supersport 300. Proprio in quest’ultimo campionato corre il giovane Robert Schotman (Kawasaki Motoport), che lo scorso anno ha vissuto una storia particolare, di “gioia e dolore”, sulla pista italiana.

Mentre guidava il recupero nei confronti della leader Ana Carrasco, Schotman è caduto in uscita dalla variante Villeneuve e Manuel González non ha potuto fare nulla per evitare il pilota olandese (la caduta è al minuto 2:41 di questo video). Risultato? Numerose fratture al bacino e una lesione alla vescica, che hanno costretto il 20enne di Dordrecht a rimanere fermo per svariati mesi. Alla fine Schotman è tornato a gareggiare lo scorso settembre a Portimao.

Questo weekend Robert Schotman, che in passato ha corso anche nella Red Bull MotoGP Rookies Cup, corre nuovamente a Imola un anno dopo quell’infortunio e nella gara di domani partirà 12°. Palmen in Motorradsport lo ha intervistato sul suo ritorno al Santerno, su com’è andata finora la stagione 2019 e su altri argomenti. Il risultato finale è bellissimo, perché conferma quanto Schotman sia un grande lavoratore e, soprattutto, un giovane esempio di vera resilienza.

Robert Schotman.

 

 

L’intervista

Ciao Robert! Prima di tutto, puoi parlare di com’è andata finora la stagione 2019?

Purtroppo l’inizio non è stato positivo. Quest’anno punto a vincere il titolo, o quantomeno a finire nelle prime tre posizioni, e un 11° e un 12° posto nelle prime due gare non sono quello che mi aspettavo. Ad Aragon abbiamo avuto alcuni problemi, mentre ad Assen abbiamo faticato nel grande gruppo che si era creato. Mancano ancora sette gare, quindi non mi considero fuori dalla lotta per il titolo, ma i risultati devono arrivare il più presto possibile. Io e il team stiamo lavorando duramente e per le prossime gare l’obiettivo è quello di salire regolarmente sul podio e di scalare la classifica.

 

Torni a correre a Imola dopo il brutto incidente avuto qui lo scorso anno. Come ti senti?

Sinceramente sono contento, perché lo scorso anno stavo andando veramente forte. Mi ero qualificato al terzo posto (poi retrocesso in terza fila per una penalità, ndr) e in gara ero secondo e mi stavo avvicinando ad Ana Carrasco. Purtroppo è successo quel che è successo, ma torno a Imola sapendo che l’anno scorso sono andato davvero bene. Spero di essere altrettanto veloce nella gara di quest’anno.

 

Quindi ti sei definitivamente lasciato alle spalle l’incidente.

Sì. Alla fine la mia è stata una scivolata come tante altre, solo che purtroppo avevo qualcuno appena dietro di me e quindi sono stato investito. Le probabilità che un incidente del genere possa ripetersi sono basse, quindi sono piuttosto tranquillo.

 

Tornando ai primi giorni dopo la caduta, come ti sei sentito psicologicamente?

Mi sentivo triste, perché è successo mentre stavo andando forte e secondo me avrei potuto anche vincere. All’inizio ero molto deluso, oltre a sentire ovviamente molto dolore, ma già il giorno stesso dell’incidente mi sono detto “Tornerò in pista!” e due o tre giorni dopo ho pensato “C***o, voglio uscire di qui, voglio correre!”. Ci è voluto un po’, ma alla fine sono tornato lo scorso settembre…

 

Parliamo di tutt’altro: nel biennio 2014/15 hai corso nella Red Bull MotoGP Rookies Cup e quindi hai condiviso il paddock coi piloti del Motomondiale. A livello di paddock e di atmosfera, preferisci la MotoGP o la Superbike?

Preferisco il Mondiale Superbike, perché l’ambiente è molto più familiare. Nel Motomondiale e nella Rookies Cup c’è un clima di rivalità e lì ti abitui a vedere gli altri piloti non come amici, ma solo come avversari. Ovviamente anche nel WorldSBK si punta a vincere, ma nel paddock si fa amicizia facilmente e credo che questo sia di grande aiuto anche per la performance in pista. Quando sei di buonumore, guidi meglio! 

 

In conclusione, cosa pensi del Mondiale Supersport 300?

Penso che adesso sia ottimo. Non sono un grande fan della divisione in due gruppi, dato che così i compagni di squadra vengono separati e non possono collaborare, ma c’è stato un bel passo avanti rispetto all’anno scorso. Il livello è molto alto e ora le prestazioni delle diverse moto in pista sono molto vicine tra loro (cosa che non era accaduta nel 2018, ndr).
Personalmente, la sola cosa su cui lavorerei è la potenza di queste moto. Le velocità che si raggiungono sono molto basse e questo è un grande svantaggio per chi poi passa alla 600cc. Questo fa sì che la scia sia molto importante e spesso si formano gruppi molto grandi, dove è facile venire a contatto con un avversario e cadere. Ad alcuni piloti piace lottare in gruppo, ma c’è anche chi, come me, preferirebbe una bagarre un po’ meno affollata. In ogni caso, sono contento di essere qui e darò il 100% a ogni gara!