Nel weekend dal 22 al 24 febbraio 2019 si è svolto il primo round stagionale del Mondiale Supersport e i piloti si sono affrontati senza esclusione di colpi (e con pit-stop obbligatorio, causa problemi di tenuta dei pneumatici) sullo spettacolare tracciato di Phillip Island.
Se avete seguito la gara, saprete benissimo che a vincere è stato lo svizzero Randy Krummenacher (Yamaha Bardahl Evan Bros. Racing) davanti a Jules Cluzel (Yamaha GMT94) e a Federico Caricasulo (compagno di squadra di Krummenacher). Beh, non è questo l’argomento dell’articolo che state leggendo, perché qui vorrei portare alla luce il risultato e la storia di Péter Sebestyén, pilota del team CIA Landlord Insurance Honda.
A Phillip Island l’ungherese Sebestyén si è classificato ottavo. A primo impatto potrebbe sembrare un risultato come tanti altri, ma in realtà non è così: innanzitutto, è il miglior risultato mai ottenuto da Sebestyén in un campionato del mondo; in secondo luogo, e soprattutto, rappresenta il perfetto seguito del decimo posto con cui lo scorso anno, in Qatar, il giovane ungherese ha chiuso in bellezza un 2018 travagliato.
Sebestyén corre a livello mondiale dal 2014, quando ha esordito nel Mondiale Superbike col Team Tóth, ma non era mai arrivato così in alto e questi risultati rappresentano un’importante iniezione di fiducia in vista delle prossime gare. Nell’ultimo lustro, Sebestyén è stato spesso criticato da appassionati e media, alcuni dei quali lo hanno etichettato come pilota “non così veloce”, “privo di talento” e “raccomandato”. Qui sotto un esempio da un noto sito tedesco:
La verità è che questo ragazzo simpatico, umile e disponibile non aveva mai avuto la possibilità di esprimere appieno il suo potenziale, per una lunga serie di circostanze. Andiamo con ordine…
2014
Dopo una buona stagione nella European Junior Cup (monomarca Honda CBR500R per giovani piloti che affiancava il Mondiale Superbike in alcune tappe europee), Péter Sebestyén passa direttamente alla SBK grazie al Team Tóth, che gli affida una BMW in configurazione EVO. Si tratta forse di uno dei più clamorosi passaggi di categoria mai visti, ben più grande di quello, molto più chiacchierato, che viene fatto un anno dopo da Jack Miller (passato dalla Moto3 alla MotoGP). Sebestyén arriva in Superbike da quella che era una sorta di Red Bull MotoGP Rookies Cup delle derivate di serie e la grandezza di tale salto, unita alla scarsissima competitività della sua moto e a un infortunio rimediato nel pre-stagione, lo relega costantemente alle ultime posizioni, a varie cadute e anche ad un infortunio che pone fine in anticipo alla sua stagione.
2015
Dopo la traumatica prima esperienza in Superbike, Sebestyén fa un passo indietro in termini di categoria, ma non di cilindrata. Il 2015 vede infatti “Peti” al via della Superstock 1000 FIM Cup con la Kawasaki del team Pedercini Racing. La ZX-10R non è certamente la moto migliore del campionato e in più Sebestyén soffre per tutto l’anno di sindrome compartimentale, noto problema agli avambracci che affligge molti piloti. Risultato finale? 29° posto, frutto dei tre punti conquistati a Imola.
2016 Parte 1
Cosa porta il 2016 al nostro giovane guerriero di Budapest? Il ritorno in Superbike, sempre col Team Tóth! Proprio così, Sebestyén torna nel massimo campionato delle derivate di serie col team di Imre Tóth Jr., ma questa volta in sella a una Yamaha R1 poco più che Superstock, molto limitata a livello di elettronica. Sebestyén cresce costantemente col passare delle gare e a Imola fa vedere buone cose nelle prove e in Superpole. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari potrebbe ospitare il suo miglior weekend in Superbike, ma ecco che la sfortuna torna a metterci lo zampino: durante il giro di riscaldamento di Gara 1, lo svizzero Dominic Schmitter cade in uscita dalle Acque Minerali proprio davanti a Sebestyén, che non può fare assolutamente nulla per evitarlo. Risultato? Infortunio a un piede e stop per il round di Imola e per i due successivi (Sepang e Donington Park).
2016 Parte 2
Tornato in pista a Misano, nella successiva tappa di Laguna Seca Sebestyén cade pesantemente nelle prove libere per l’olio perso da un’altra moto e questo condiziona in maniera importante il suo weekend in terra californiana. Dopo la lunga pausa estiva, la stagione riprende sul circuito del Lausitzring e Sebestyén riprende a crescere di rendimento fino a conquistare il tanto agognato primo punto mondiale, ottenuto a Jerez chiudendo Gara 1 al 15° posto. Un punto solo, sì, ma se consideriamo le condizioni in cui ha corso e quante ne ha passate, il suo valore sale e non poco…
2017
Col Team Tóth che rimane fuori dalla SBK per concentrarsi sulla nuova (e ben più abbordabile) Supersport 300, Sebestyén si trova ad affrontare l’ennesimo cambio di moto e di categoria. Il 2017, infatti, lo vede partecipare alle gare europee del Mondiale Supersport con la Kawasaki del team SSP Hungary by Pedercini. Il passaggio alla 600cc si rivela più difficile del previsto e Sebestyén annaspa nelle posizioni di rincalzo per tutto l’anno. Il 2017 serve comunque all’ungherese per adattarsi alla Supersport, dove non aveva mai corso prima.
2018
Nel 2018 Sebestyén rimane nel Mondiale Supersport sempre col team SSP Hungary e il fatto che finalmente rimanga in un team e in un campionato per più di un anno sembra potergli garantire la stabilità necessaria per crescere. Ma proprio quando tutto sembra pronto per una stagione in crescita, iniziano a crearsi grandi problemi all’interno del team SSP Hungary, causa continue tensioni tra lo staff tecnico e il management della compagine magiara. Le cose sembrano essere risolte alla vigilia del round di Imola, a cui il team si presenta con uno staff rinnovato, ma alla fine il team sparisce, lasciando Sebestyén a piedi.
L’accordo con CIA Landlord Insurance Honda
Dopo le tante vicissitudini di cui sopra e due soli piazzamenti a punti in 51 gare tra Superbike, Superstock 1000 e Supersport, Sebestyén si ritrova a piedi. Ma per la gioia sua e dei suoi sponsor e fans, la pausa dura poco, perché alla vigilia del round di Misano Sebestyén viene ingaggiato dal team CIA Landlord Insurance Honda per sostituire Andrew Irwin (passato al BSB per rimpiazzare lo sfortunato Shane Byrne). Quella capeggiata dall’ex-pilota Simon Buckmaster e normalmente conosciuta come PTR Honda non è una squadra qualunque: la compagine britannica è presente nel Mondiale Supersport da più di un decennio e vanta 20 vittorie, podi a profusione e tre secondi posti finali (2009, 2010 e 2012) ottenuti con piloti come Craig Jones, Eugene Laverty, Jules Cluzel, Sam Lowes e Kyle Smith. E scusate se è poco…
Chiusura della stagione 2018
L’avventura di Sebestyén in seno al team CIA Landlord Insurance Honda inizia con un diciassettesimo posto a Misano e un ritiro a Portimao, ma nelle ultime tre gare (Magny Cours, San Juan e Losail) l’ungherese inanella altrettanti piazzamenti a punti: quattordicesimo in Francia, quindicesimo in Argentina e, soprattutto, decimo in Qatar. Sebestyén dà importanti segnali di crescita con una moto un po’ datata (la Honda CBR600RR) e questo gli assicura la riconferma per la stagione 2019.
Phillip Island 2019
E arriviamo alla nuova stagione, che inizia a febbraio a Phillip Island. Dopo aver fatto segnare tempi da top-10 nei test e nelle prove libere, Sebestyén fa vedere buonissime cose anche in gara, dove si classifica ottavo ed è il primo dei sei piloti Honda in classifica. Moto come la Yamaha YZF-R6 e la MV Agusta F3 sono ancora avanti rispetto alla CBR, ma il ragazzo di Budapest può finalmente mostrare le sue vere capacità e aspirare a piazzamenti importanti, in un team con cui si trova veramente bene.
HAJRÁ PETI!
Dopo anni difficilissimi, Sebestyén ha finalmente l’occasione di mettersi in luce e smentire lo scetticismo creatosi intorno a lui. Che dire? Forza Peti!!!