Da Andorra con (troppo) furore – Éric Bataille

Éric Bataille

Avete presente quel piccolo paese situato in pieni Pirenei, tra Francia e Spagna? Ecco, Andorra. Un piccolo stato noto per essere un paradiso fiscale, ma anche noto nel motociclismo in quanto diversi piloti spagnoli e non solo ci sono andati a vivere o ci si allenano.

Ma non solo. Da alcuni anni a questa parte, il Principato di Andorra vanta anche qualche pilota che lo rappresenta direttamente. Su tutti Xavi Cardelús, che ha corso anche nei mondiali Moto2 e MotoE e che nel 2025 correrà nel Mondiale Supersport, ma anche Jordi Raposeiras, che nel 2024 ha corso nel trofeo Kawasaki Ninja ZX-4R in Italia.

Ora però torniamo indietro di qualche anno, più precisamente alla storia di Éric Bataille.

 

INIZI TARDIVI

Éric Bataille Gassier (questo il suo nome completo) nasce nel 1981 in Andorra, ma ben presto si trasferisce con la sua famiglia in Spagna, più precisamente a Benidorm. Il suo esordio nelle competizioni motociclistiche avviene nel 1998 nella Copa Aprilia 125cc spagnola. Piccolo particolare: Bataille ha già 17 anni. Considerando che nello stesso trofeo, ma nella classe 50cc, correva un certo Jorge Lorenzo che esordirà nel Motomondiale a 15 anni appena compiuti…È un po’ tardi. Ciononostante Bataille non si spaventa e punta comunque a raggiungere passo dopo passo il Motomondiale. 

I risultati non sono comunque molto esaltanti. Basti pensare che nel 1999 esordisce nel Campionato Spagnolo 125cc e non raccoglie neanche un punto, dato che in sei gare porta a casa quattro ritiri e zero punti in classifica. Nello stesso anno corre anche nel Campionato Europeo, dove riesce quantomeno a raccogliere quattro punti col 12° posto sul tracciato portoghese di Braga. Nel 2000 rimane nel CEV 125cc e in realtà la stagione parte anche abbastanza bene, con un quarto posto a Jarama e un sesto posto ad Albacete, ma successivamente non va più a punti. Comunque, pur essendo ancora acerbo e con risultati non eccezionali, Bataille ha un importante aiuto dalla sua: il passaporto andorrano.

Tra l’altro, in un’intervista rilasciata diversi anni dopo a Levante EMV, Bataille a tal proposito dichiarerà: “Mi considero valenziano, ma nel Campionato del Mondo conta molto la nazionalità ed essere andorrano mi aiutava a trovare sponsor e a garantirmi più facilmente un posto nel mondiale”. Beh…Grazie per la sincerità, caro Eric!

 

DEBUTTO MONDIALE

E anche così Bataille riesce a garantirsi la possibilità di correre ben otto gare nel Motomondiale: quattro da wildcard con la Honda del team Queroseno (lo stesso team per cui corre nel CEV) e quattro da sostituto di Adrián Araujo con l’Aprilia del team Antinucci. Comunque non va male, bisogna dirlo: Bataille porta a casa in tutto tre risultati in zona punti. In particolare al Sachsenring è protagonista di una prestazione davvero buona: parte 27°, ma in un giro Bataille è scatenato e addirittura rimonta fino alla top 10. Da lì si attesta ai margini della top 10 e alla fine arriva 11°, appena dietro a Steve Jenkner.

Le prestazioni sono comunque buone e Bataille si guadagna addirittura una sella per tutto il mondiale 2001. Viene infatti ingaggiato dal team Axo Racing, che gli affida una Honda e lo affianca a Mirko Giansanti. L’annata si rivela però molto difficile: il mezzo non è dei migliori, ma l’andorrano patisce forse l’inesperienza e questo, insieme a qualche errore, lo porta a centrare la zona punti solo due volte e ad avere un solo piccolo lampo, rappresentato dal nono posto a Phillip Island. Alla fine chiude 27° in campionato con soli 8 punti, contro i 72 del comunque più esperto Giansanti.

Questa annata difficile porta Bataille a fare un passo indietro, tornando a correre in campionati nazionali, ma allo stesso tempo anche a fare un passo avanti salendo di cilindrata.

 

GLI ANNI IN 250cc

Nel 2002 Bataille torna al CEV, ma passa questa volta alla classe 250cc e tra l’altro passa a correre sotto bandiera francese, cosa possibile in virtù delle origini appunto francesi dei suoi genitori. Nel campionato spagnolo 250cc, Bataille corre di nuovo col team By Queroseno Racing, o BQR, con cui aveva già corso nel CEV 125cc, e conquista in sette gare tre vittorie e due secondi posti, ma i ritiri rimediati nei due round disputati ad Albacete pesano molto nella lotta per il titolo e Bataille arriva dunque secondo dietro al più costante Héctor Faubel. Il franco-andorrano, a questo punto, si consola comunque nel campionato francese, dove sì riesce a portare a casa il campionato. Inoltre corre, sempre col team BQR, cinque gare nel mondiale di categoria. Comparsate che però non vanno molto bene: 14° posto a Jerez, ma poi quattro ritiri a Barcellona, Estoril, Rio de Janeiro e Valencia, quasi tutti per cadute.

Comunque si è visto decisamente del buono e Bataille si guadagna quindi un posto nel Mondiale 250cc per il 2003, col team Troll BQR Racing e a fianco di Alex Debón. La stagione è però difficile: il pilota andorrano (che però continua a correre con licenza francese) va a punti in tre delle prime quattro gare con una Honda che non è delle più competitive, OK, ma poi non riesce a partire al GP del Mugello e poi arriva al traguardo in sole quattro delle undici gare restanti. Arriva in top 10 due volte (decimo in Brasile e nono a Valencia), ma per ben sette volte è vittima di cadute che pongono fine in anticipo alla sua gara. Alla fine chiude 19° con 28 punti.

Nonostante le evidenti difficoltà però Bataille viene confermato dal team Troll BQR Racing, sempre a fianco di Alex Debón, anche per la stagione 2004. C’è moderata fiducia, ma presto il 2004 si rivelerà essere l’inizio della fine per la carriera di Eric Bataille.

 

FINE DELLA CORSA

Al primo GP stagionale in Sud Africa, a Welkom, Bataille si qualifica con un buon ottavo tempo, che lo colloca in seconda fila (aaah i tempi in cui le file erano da quattro!!) di fianco a nomi importanti come Alex De Angelis, Fonsi Nieto e Roberto Rolfo. È una grande occasione, ma il pilota franco-andorrano butta tutto alle ortiche con una pessima partenza e una caduta dopo poche curve con Chaz Davies e Alex Baldolini. E nei successivi GP non va meglio: a Jerez, Le Mans e Mugello Bataille non ripete la buona prestazione in qualifica di Welkom, ma ripete invece le cadute, non riuscendo mai ad andare oltre la metà gara. 

Si intravede un piccolo spiraglio a Barcellona e Assen, dove chiude 11° e 14° e quindi quantomeno va a punti, ma poi arriva un’altra caduta a Rio, un 14° posto al Sachsenring. Successivamente Bataille si frattura un piede allenandosi col supermotard e questo lo costringe a saltare il GP di Donington. Torna in pista al Gran Premio di Brno, ma mentre è in lotta per la top 10 viene coinvolto in un’ennesima caduta, stavolta insieme a Fonsi Nieto. Arriva poi 13° a Estoril, ma a Motegi deve rinunciare alla gara per un altro infortunio patito cadendo nelle qualifiche.

Per Bataille, quella è la sedicesima caduta in dodici GP. Un numero che fa paura, al punto che alla vigilia del successivo GP del Qatar, Éric Bataille annuncia a soli 23 anni il ritiro dalle corse.

Il percorso nel motociclismo di Éric Bataille si chiude quindi così, con un titolo francese e un secondo posto nel CEV 250, sì, ma anche con 57 Gran Premi disputati di cui solo 17 chiusi in zona punti, due noni posti (Phillip Island 2001 in 125cc e Valencia 2003 in 250cc) come migliori piazzamenti, tantissimi ritiri per cadute e il rimpianto di un pilota che ha dimostrato velocità in diverse occasioni, come quando nel 2002 si è laureato campione francese e vicecampione spagnolo nella 250cc, ma ha anche sprecato le opportunità avute nel Motomondiale, dove si è fatto notare più per gli incidenti che per effettive prestazioni di rilievo. 

 

OGGI

Successivamente, Éric Bataille si dedicherà soprattutto a un’altra sua grande passione: il surf. Bataille vivrà ancora per un po’ di tempo a Benidorm, dove è cresciuto, ma poi si trasferirà a Cabarete, che non è uno spettacolo comico ma una cittadina della Repubblica Dominicana dove Bataille vive tuttora e…non sembra passarsela male!