Nell’ultimo periodo si è parlato molto dell’incredibile trasformazione vissuta da Axel Pons, che è passato da fare il pilota nel Motomondiale a viaggiare per il mondo a piedi con scopi religiosi (e nel mezzo ha anche lavorato come modello). In questo articolo andiamo però oltre. Ripercorriamo infatti la carriera da pilota di Axel Pons tra (poche) sporadiche prestazioni di rilievo e diversi incidenti e infortuni, per poi vedere le tappe da lui affrontate una volta appeso il casco al chiodo a soli 26 anni.
GLI INIZI
Axel Pons nasce a Barcellona nel 1991 e respira fin da subito aria di motori essendo figlio di Sito Pons, due volte Campione del Mondo 250cc nonché titolare di un team nel Motomondiale. Il piccolo Axel sale su una moto per la prima volta a cinque anni, ma per tornare a farlo dovrà aspettare gli 11 anni di età e per le prime gare fino ai 13.
Pur avendo iniziato tardi rispetto a tanti altri piloti, Axel Pons si impegna e riesce a ottenere buoni risultati in Spagna, fino ad arrivare al CEV 125 nel 2007. Dopo un primo anno chiuso con due piazzamenti a punti, Pons rimane nel CEV 125 anche nel 2008 e inizia la stagione in modo positivo, considerando anche che arriva terzo al secondo round a Barcellona. Disputa anche le sue prime wildcard nel Mondiale di categoria a Jerez, Estoril e Barcellona, senza però risultati degni di nota.
Arriva poi un giorno che si rivela critico per la sua carriera, ma anche per la sua vita. Il 15 giugno 2008, a Jerez, Axel Pons cade al primo giro dopo un contatto e rimane sull’asfalto, venendo poi investito da altri piloti. Pons riesce a sopravvivere, ma esce dall’incidente con la frattura di entrambe le gambe, di un ginocchio e e del bacino e lesioni a un polmone e al fegato.
Un infortunio di questa entità avrebbe costretto un pilota a stare fermo veramente a lungo, ma Axel Pons ci mette relativamente poco a tornare: neanche cinque mesi dopo, lo spagnolo torna in pista a Valencia per il penultimo round stagionale e chiude la gara al 16° posto, risultato assolutamente dignitoso considerando che non era affatto al 100% della forma. Inoltre, per l’ultimo round della stagione si torna in pista a Jerez, la stessa pista dove Pons ha seriamente rischiato la vita, e Pons (ancora tutt’altro che al top) riesce a conquistare due punti chiudendo la gara al 14° posto.
INSIEME A PAPÀ SITO
La stagione 2009 prevede per Axel Pons un salto assai importante: non solo approdo al mondiale, ma anche il passaggio dalla 125cc alla 250cc col Pepe World Team, nome portato in quell’anno dal team del padre Sito e a fianco di Héctor Barberá. I primi test sono poco incoraggianti e con un distacco di ben sette secondi dal tempo fatto segnare dal compagno di squadra, ma ovviamente non ci si può aspettare molto dato che Pons viene dal grave incidente dell’anno prima e non conosce ancora la categoria. A tal proposito, il giovane spagnolo dichiara: “Non sarà una stagione facile per me, ma io sono qui per imparare. Il primo contatto con la 250 a Barcellona è stato incredibile: tutto è diverso rispetto alla 125: peso, accelerazione, potenza…è incredibile. Il mio obiettivo è di migliorare giorno dopo giorno e con la squadra sono convinto di riuscirci. L’importante sarà migliorare sempre e senza pressioni“.
La stagione, in ogni caso, si rivela come previsto dal pilota tutt’altro che facile, anzi…Pons parte proprio male: nelle quattro prime gare si qualifica nelle retrovie e colleziona quattro ritiri, principalmente per cadute. Per tutto l’anno, lo spagnolo naviga nelle retrovie facendosi compagnia con piloti come Imre Tóth Jr (con un team che definire disastrato è un complimento, basti chiedere a Mattia Pasini), Bastien Chesaux, Balázs Nemeth (subentrato a un certo punto a Gabor Talmacsi) e Aitor Rodríguez. Pons ottiene comunque tre punti durante la stagione, chiudendo 14° a Indianapolis e 15° a Estoril, ma principalmente lotta per arrivare in sedicesima o diciassettesima posizione. Insomma, miglioramenti scarsi o nulli.
2010/11: Arriva la Moto2 e Axel Pons affronta il primo anno, ovviamente, col team del padre, affiancato da Sergio Gadea. Per Pons un’altra stagione difficile: solo tre risultati a punti, un 13° posto a Estoril come miglior piazzamento e anche un infortunio: rimedia la frattura del radio del polso destro e la lussazione del polso sinistro cadendo ad Assen e saltando così le due gare successive. Tra l’altro entrambi i sostituti, Carmelo Morales a Barcellona e Damian Cudlin al Sachsenring, sono in top 10 e quindi ben più veloci rispetto al rendimento standard di Axel Pons. Nel 2011 Pons rimane nel team di papà Sito e questa volta viene affiancato da Aleix Espargarò, sceso dalla MotoGP. Espargarò chiude 12° con anche un podio, terzo a Barcellona, mentre Axel Pons va a punti solo una volta, col 15° posto a Estoril. Tra l’altro, una caduta al Mugello gli causa la rottura dei tendini estensori dell’indice della mano sinistra. Lo spagnolo prende parte ai successivi GP al Sachsenring e a Brno, ma poi si sottopone a un intervento chirurgico per questo infortunio, che lo costringe a saltare tre GP. Tra cadute e infortuni, Pons chiude solo cinque delle 17 gare in calendario.
2012/13: Rimane nella struttura del padre, ma senza impressionare, anche se nel 2012 conquista il suo primo piazzamento in top 10 chiudendo nono il Gran Premio del Giappone a Motegi e, incredibile ma vero, non salta nessuna gara per infortunio. Nel 2013 non va oltre un 13° posto a Motegi e si rende protagonista di un incidente alquanto spettacolare a Sepang: all’uscita della penultima curva, Pons cade e la sua moto rimane in mezzo alla pista e viene colpita da più piloti, scatenando una carambola (o una fagiolata come la chiama Guido Meda) che coinvolge Decha Kraisart, Fadli Immammuddin, Ezequiel Iturrioz e Zaqhwan Zaidi. In ogni caso emerge in questi due anni il grande gap tra Pons e i suoi compagni di squadra, che sono nomi di spessore quali Pol Espargarò e Tito Rabat. Nel 2012 Espargarà chiude secondo dietro a Marc Marquez e Rabat settimo, mentre nel 2013 Espargarò vince il titolo e Rabat chiude terzo. Pons…Non va oltre il 24° e 25° posto in campionato.
Dopo cinque anni di non risultati, tanti piloti rimarrebbero fuori dal mondiale…Ma non Axel Pons, che anzi non solo resta in Moto2, ma si ricolloca.
CRESCITA CON ALTRI TEAM
Nel 2014 infatti Axel Pons viene ingaggiato dal team AGR. Il team sponsorizzato dal famoso chef Karlos Arguinano viene da un 2013 assai difficile, in cui ha pagato l’inesperienza dei piloti Alberto Moncayo e Steven Odendaal e non ha ottenuto alcun punto. La squadra decide quindi di potenziarsi puntando su Jonas Folger e il nostro amico Axel Pons. La stagione di Pons, questa volta, è in crescita: lo spagnolo arriva tre volte in top 10, con un ottavo posto a Barcellona come miglior risultato, anche se…come negli anni precedenti ci sono diverse cadute soprattutto nella seconda metà di stagione. Pons chiude 23° con 28 punti, che sono pochi rispetto ai 63 punti e due podi di Folger, ma sono comunque un buon passo avanti per lui, che addirittura conquista in un anno gli stessi punti ottenuti sommando i cinque anni precedenti.
Nel 2015 Pons resta col team AGR e si migliora ancora: deve saltare i GP di Austin e Argentina per un infortunio, ma poi ha una stagione “regolare”, dove chiude nove gare a punti e ottiene come miglior risultato un settimo posto a Indianapolis. Ma non solo: a Phillip Island ottiene un sorprendente secondo tempo in qualifica e la sua prima prima fila in carriera (anche se poi in gara non va bene). Chiude 19° con 41 punti, che non è malaccio.
2016: altra stagione, altra corsa per Axel Pons e sempre con AGR. L’annata ha due facce: da una parte, il figlio d’arte va molto forte nei test e centra durante la stagione sette piazzamenti in top 10, tra cui spicca un sesto posto al Mugello. Dall’altra però colleziona una serie poco invidiabile di cadute, con ben 9 gare su 18 non concluse per scivolate. Un episodio da menzionare è quello di Misano, dove lo spagnolo finisce a terra insieme a Xavier Simeon dopo poche curve. Insomma, Pons chiude 16° con 55 punti, ma avrebbe potuto fare molto meglio se non fosse caduto così tante volte.
Arriva il 2017 e con esso la nona stagione nel Motomondiale di Axel Pons, che resta in Moto2 ma stavolta passa al team RW Racing GP. Come va? Maluccio…Pons conquista 27 punti, quindi meno della metà rispetto al 2016, e non va oltre due decimi posti in Qatar e a Jerez. Non mancano inoltre le cadute e due gare saltate per problemi fisici, come quando al Sachsenring cade a 200 chilometri orari e si frattura entrambi i polsi.
E anche questo incidente, tra le varie cose, spinge Pons a prendere una decisione: quella di lasciare non solo il Motomondiale, ma anche il motociclismo in generale e iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
AXEL PASSIONE MODA
Axel Pons appende il casco al chiodo per iniziare un nuovo percorso nella moda, come modello. Lo spagnolo spiega tale decisione in un’intervista a Vanity Fair Spagna: “Non mi sentivo motivato e ho deciso di fare un passo indietro. Sono nove anni che faccio il Mondiale e volevo pensare ad altri progetti. Non escludo di tornare in moto, il mio sogno è ancora quello di gareggiare e ottenere buoni risultati in una buona squadra. Ma pensare per nove anni alla stessa cosa…Dai, la vita è piena di opportunità.”
Anzi, in un’altra intervista, questa volta a El País, Pons è molto diretto: “Non volevo essere Axel Pons. Avevo bisogno di staccarmi da quella persona.”
Comunque c’erano stati dei piccoli inizi già nel paddock. Pons racconta infatti che durante una sessione fotografica per uno sponsor, il fotografo gli ha detto qualcosa come: “Non so cosa ci faccia tu qui, dovresti fare il modello”. Comunque 1,82 metri, occhi azzurri e la famosa agenzia Sight Management decide di metterlo sotto contratto. Pons posa per marchi importanti e nel frattempo termina anche gli studi in Gestione d’Impresa, che aveva portato avanti durante la sua carriera da pilota. Ma non solo, intraprende anche studi di design e manifesta la sua intenzione di creare un giorno la sua impresa nel settore della moda.
La carriera da modello ha però breve durata. Pons lascia la Sight Management già nel 2019 e da lì si distanzia anche da quel mondo. Fa un viaggio in India e inizia anche ad abbracciare uno stile di vita diverso, più lento e lontano dalla frenesia. Anche la sua presenza sui social, mano a mano che passa il tempo si fa sempre meno intensa, al punto che il suo ultimo post su Instagram risale al 2021. Per un po’ in tanti si chiedono che fine abbia fatto, ma la risposta arriva nel 2024.
IL PRESENTE
Con un video pubblicato dal canale Pakistan Tourism, si scopre che Axel Pons ha intrapreso un pellegrinaggio a piedi dalla Spagna fino al Pakistan, con tappa finale l’India. Un viaggio spirituale, intrapreso dopo altre piccole tappe menzionate da suo padre Sito Pons in un’intervista a Motorsport.com: “Prima di cominciare questo viaggio è stato nel Monastero della Cueva de San Ignacio. Lì ha conosciuto l’Abbate e nelle loro conversazioni si è parlato del fatto che la cosa migliore fosse fare un percorso per tutte le religioni. Poi è stato in un tempio buddista a Huesca, dove ha fatto voto di silenzio per tre mesi facendo un’introspezione. Ha scritto dei testi di tutta questa esperienza che sono spettacolari, molto profondi”.
Continua il due volte Campione del Mondo 250cc: “Ha cominciato a spiegarci che aveva bisogno di camminare, di vedere il mondo, di capire la filosofia della vita e delle religioni e ha iniziato il suo cammino. Ogni giorno si alza alle cinque della mattina, fa meditazione e yoga, poi inizia a camminare. Serve molta disciplina. Inoltre non va in hotel, e viaggia solo con uno zaino e il minimo indispensabile.” Così nel marzo del 2023 Axel Pons parte a piedi da Barcellona e inizia un viaggio che lo porta ad attraversare più di 10 paesi e a trascorrere molto tempo anche in Turchia, dove per un po’ medita in una moschea e l’Imam inizia a chiamarlo “Isa”, ovvero Gesù in arabo. Che è anche il modo in cui Axel Pons si fa chiamare adesso.
Insomma, un cambiamento gigantesco emerso attraverso il video pubblicato da Pakistan Tourism, che raffigura la trasformazione di un uomo che inizialmente voleva fare il pilota, e che per diversi anni lo è stato, e ora viaggia per il mondo a piedi e si gode le cose più semplici della vita. Un uomo che ora non cerca più di una vittoria o un titolo mondiale. ma una connessione con le più alte figure spirituali.
Si chiude così la storia di Axel Pons. Diciamocela tutta, come pilota non era proprio un fenomeno, ma la determinazione che ci sta mettendo nel cercare la propria identità merita solo rispetto. E merita grande rispetto anche la grande forza di volontà con cui sta affrontando il suo attuale viaggio.