L’incidente avuto a Kvitfjell nel 2008, dove ha perso la parte inferiore della gamba sinistra, ha posto fine alla sua carriera nella Coppa del Mondo di Sci Alpino e soprattutto ha stravolto la sua esistenza. Matthias Lanzinger, però, non ha mollato e successivamente ha intrapreso una carriera ricca di soddisfazioni nello sci paralimpico, dove ha conquistato tre vittorie nella Coppa del Mondo e due medaglie d’argento alle Paralimpiadi di Sochi 2014.
Una volta appesi gli sci al chiodo, Lanzinger ha deciso di cominciare una nuova carriera in un altro sport che ha sempre amato, ovvero il motociclismo. Ambassador KTM da più di dieci anni, l’austriaco si è infatti unito all’International Bridgestone Handy Race, campionato internazionale riservato a piloti disabili. Organizzata e promossa dall’associazione Di. Di. Diversamente Disabili di Emiliano Malagoli, la serie ha costituito un importante “trampolino di rilancio” anche per Lanzinger, che fin da subito ha occupato stabilmente la top 10 in sella alla sua KTM 1290 Super Duke.
Palmen in Motorradsport ha intervistato Matthias Lanzinger a Misano, dove a fine luglio si è svolta l’unica tappa dell’International Bridgestone Handy Race 2020 (insieme alla Octo Cup e in concomitanza col round dell’ELF CIV).
Matthias, com’è iniziata la tua carriera nel motociclismo paralimpico?
Ho conosciuto questo campionato qualche anno fa al Red Bull Ring e mi sono subito reso conto dell’ottimo livello dei piloti. Tre anni fa ho fatto la mia prima gara al Mugello, giusto per provare, e lo scorso anno ho iniziato a correrci a tempo pieno.
Com’è stato il primo impatto?
È un campionato molto professionale e lo dimostra il fatto che venga affiancato a campionati come il CIV, il Motomondiale e il WorldSBK (e il Mondiale Endurance, ndr). Mi piacciono tutti i circuiti su cui corriamo e poter gareggiare con questi piloti è una grande opportunità per me. Mi diverto molto.
Com’è nata la tua passione per le moto?
Ho sempre amato questo sport. Anche se ho iniziato a sciare a tre anni e lo sci è diventato subito la mia vita, fin da bambino ho avuto una grande passione per le moto e a un certo punto ho iniziato a praticarlo come hobby e a fare alcune gare, già quando ero ancora uno sciatore professionista. Dopo l’incidente ho avuto più tempo da dedicare alle moto e quando poi mi sono ritirato dallo sci paralimpico (nel 2015, ndr), ho deciso di far diventare la mia passione per il motociclismo una nuova opportunità di carriera. Appena ho saputo che esiste un campionato internazionale per piloti disabili, ho capito che volevo farne parte.
Quali campionati segui? E chi è il tuo pilota preferito?
Seguo molto sia la MotoGP, sia il Mondiale Superbike. Inoltre, da diversi anni sono ambasciatore KTM e seguo il loro progetto in MotoGP fin dall’inizio. Sono contento di vedere che hanno finalmente raggiunto le prime posizioni, perché so quanti sforzi e quanta passione ci siano dietro. Sarei felicissimo se quest’anno riuscissero a ottenere il loro primo podio sull’asciutto (nel 2018 Pol Espargaró è arrivato terzo a Valencia sotto la pioggia, ndr).
Che similitudini hai trovato tra lo sci e il motociclismo?
Da sciatore facevo soprattutto discesa libera e super-g e devo dire che tra queste discipline e il motociclismo ci sono molte analogie. Il modo in cui entri in curva, le sensazioni che provi, il modo in cui “giochi” con la gravità…È tutto molto simile! Per me andare in pista con la mia moto durante l’estate era un ottimo allenamento, perché mi ha aiutato ancor di più ad andare forte e ad entrare in curva nel modo giusto. Era una combinazione perfetta.
In conclusione, che consigli dai alle persone che vivono una situazione simile a quella che hai affrontato?
È importante non mollare mai e capire che la vita prosegue comunque. E, soprattutto, bisogna fare quello che si ama, a prescindere dall’essere disabile o meno. Se hai un obiettivo e vuoi raggiungerlo, puoi farcela anche in queste condizioni. Piloti come noi sono un esempio perfetto ed è bello poter trasmettere questo messaggio a chi si trova in situazioni simili.
Palmen in Motorradsport ringrazia Matthias Lanzinger per la disponibilità e gli augura il meglio per il futuro.