Intervista a Marco Gaggi, pronto per l’esordio nel Mondiale Supersport 300

Marco Gaggi
2019.

 

La stagione 2020 del Mondiale Supersport 300 vedrà al via diversi piloti alla prima stagione in un campionato del mondo. Tra questi ci sono diversi italiani, come Jarno Ioverno e una vecchia conoscenza del blog quale Emanuele Vocino (che farà l’intera stagione col team GradaraCorse), e recentemente si è aggiunto alla lista un giovane ragazzo di Fano proveniente dalla European Talent Cup. Si tratta di Marco Gaggi, che correrà col team Machado CAME SBK.

Nato il 25 dicembre 2003, Marco Gaggi guiderà una Yamaha YZF-R3 ed esordirà nel WorldSSP300 dopo un’esperienza difficile, ma formativa nella European Talent Cup. Messosi in luce nelle formule per i giovanissimi e anche nel 2017 nel CIV PreMoto3, il giovane pilota marchigiano viene da due anni complicati tra CIV ed ETC, ma debutterà sul grande palcoscenico internazionale grazie al team Machado, che ha comunque notato e apprezzato il suo potenziale durante la stagione 2019. Da parte sua, il 16enne cercherà di sfruttare al meglio questa occasione e di fare bene nel Mondiale Supersport 300, campionato dal livello sempre più alto e dalla griglia sempre più folta (quasi 60 piloti…).

Palmen in Motorradsport ha intervistato Marco Gaggi per parlare di questa nuova avventura e per conoscerlo meglio.

 

Marco, a 16 anni debutterai in un campionato del mondo. Cosa ti aspetti?

Sicuramente sarà molto dura, ma mi aspetto di divertirmi e di crescere come pilota. Spero di fare un buon primo anno.

 

Hai già avuto modo di provare la 300. Com’è stato il primo impatto?

Ho guidato per la prima volta una 300cc non molto tempo fa a Pomposa, quando ho partecipato a una giornata in pista organizzata da Bierreti. Ciononostante non posso dire molto, perché era un mezzo molto vicino alla serie e le moto che si usano nel Mondiale sono ben diverse da quelle del concessionario.

 

Affronterai la stagione col team Grupo Machado, spesso protagonista nel CEV e con esperienza anche nel Mondiale 125cc e poi Moto3 (dal 2010 al 2012, ndr). Com’è far parte di un team così importante?

È davvero bello. L’anno scorso, appena mi sono trovato in difficoltà, mi hanno subito aiutato e accolto nella loro squadra e sono molto contento di farne parte anche quest’anno.

 

Marco Gaggi.
Jerez 2019.

 

Quanto hai seguito il Mondiale Supersport 300 negli anni scorsi? Che idea ti sei fatto di questo campionato?

L’ho seguito abbastanza attentamente, come tutte le altre categorie di motociclismo, e devo dire che i piloti sembrano tutti dei matti (ride, ndr). Comunque, il campionato è competitivo e con molti piloti forti e, soprattutto, il livello cresce anno dopo anno. In più, le case costruttrici ci credono e ci stanno investendo abbastanza, il che è un bene.

 

Ci saranno diverse piste per te nuove (Assen, Donington, Oschersleben, Portimão e Magny-Cours, ndr). Come cercherai di conoscerle un po’ già in questi mesi? 

Sicuramente guarderò video su video e gare su gare e mi allenerò molto anche coi videogiochi. Su cinque delle dieci piste che affronterò ne conosco la metà (Jerez, Aragon, Barcellona, Imola e Misano, ndr). Se devo essere sincero, non vedo l’ora di scoprire gli altri circuiti e, allo stesso tempo, di provare quelli che già conosco con questa nuova moto.

 

Ora facciamo un passo indietro. Cosa racconti della tua stagione nella European Talent Cup? Com’è stato arrivare lì dal CIV PreMoto3?

Difficile. È tutto completamente diverso rispetto al CIV: tutti sono molto più aggressivi e inoltre ci sono molti più piloti e più “professionismo”, anche per quanto riguarda le squadre.
La differenza principale riguarda la gara. Nella ETC il primo giro è veramente infuocato e molto veloce e il ritmo che viene tenuto è incredibile, perché in gara tutti quelli che prendono un secondo dal primo in prova si attaccano al gruppo di testa, arrivando a girare come i migliori. Questo non succede spesso nel CIV e quindi gli italiani che arrivano lì non sono abituati. Aggiungo che anche le gare sul bagnato sono più intense. Un’altra differenza è che, essendoci molti piloti, ti puoi trovare oltre la ventesima posizione anche beccando solo otto decimi dal primo, cosa che mi è capitata spesso durante la stagione.

 

Dopo un ottimo 2017, gli ultimi due anni sono stati più difficili. Da cosa sono dipese queste difficoltà?

Purtroppo nel CIV PreMoto3 2018 io e la squadra non siamo riusciti ad esprimere il nostro potenziale, come avevamo fatto nel 2017. Nel 2019 ho faticato per i vari motivi che ho spiegato prima (non è andato oltre qualche risultato vicino alla top 20, ndr), ma alla fine tutto sommato non sono andato male, perché bisogna considerare che il livello si è alzato moltissimo. Un esempio: nel 2018 ad Aragon hanno fatto la pole position girando in 2’02.9 e l’anno scorso io ho fatto il ventitreesimo tempo in 2’03.5, mentre il primo ha girato in 2’02.4. Credo renda l’idea di quanto il livello sia davvero alto…

 

Puoi riassumere la tua carriera da pilota dagli inizi fino al 2017?

Ho iniziato a 3 anni con una minimoto elettrica e poi, a 6 anni, ho fatto il salto alla minimoto a motore. A 7 anni ho fatto il mio primo campionato, nel Trofeo dell’Adriatico, e ho vinto all’esordio. L’anno dopo sono approdato al CIV Junior Minimoto e a 9 anni ho vinto il mio primo campionato italiano. Nel 2015 sono passato alla MiniGP e dopo un primo anno un po’ buio con pochi buoni risultati, sono andato abbastanza bene nella stagione successiva, tanto da aver riportato alla vittoria la Metrakit (casa poi fallita, ndr) dopo un lungo digiuno. Nel 2017, a 13 anni, ho debuttato nella PreMoto3 250 4T con una grande prima stagione e ho portato a casa quattro podi, una vittoria, una pole position e un quasi record della pista a Misano, dove sono caduto alla Curva del Carro quando stavo girando ben sette decimi più forte.

 

Marco Gaggi
Vittoria a Misano (2017).

 

Cosa racconti della tua vita fuori dalle piste? 

Mi alleno durante tutta la settimana: tre giorni in palestra, uno in bici e due o tre in moto. Per il resto studio informatica, cavandomela abbastanza bene, e mi piace giocare alla Playstation con i miei amici delle corse. È un nostro modo di incontrarci, dato che viviamo a centinaia di chilometri l’uno dall’altro, e abbiamo un piccolo gruppo chiamato “È SHPORCO”, per le entrare al limite che facciamo nei giochi di automobilismo. Poi, ovviamente, ho anche degli amici nella mia città, con cui mi trovo nei garage a smanettare coi motorini o qualsiasi cosa che abbia un motore. A proposito, colgo l’occasione per salutarli tutti!

 

Infine, qual è il tuo obiettivo per il 2020?

Dare il massimo, fare tanta esperienza e provare a togliermi qualche bella soddisfazione, Mi piacerebbe andare a punti e arrivare fino alla top 10, poi si vedrà…In ogni caso, però, tutti i piloti partono per vincere e spero davvero che, prima o poi, riuscirò a far diventare realtà questo mio sogno.

 

Palmen in Motorradsport ringrazia Marco Gaggi per la disponibilità e gli augura un 2020 a tutto gas e pieno di bei risultati.