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C’è un pilota nel Mondiale Supersport che ogni singolo giornalista (o blogger, come me) dovrebbe prima o poi almeno pensare di intervistare. Perché? Per le sue esperienze, per il modo diretto e franco in cui parla e per come è disposto a parlare della sua carriera e di quello che pensa. Il nome di quel pilota è Valentin Debise.
Nato nel 1992, Debise è arrivato sulla scena iridata già nel 2009, quando ha corso nel Motomondiale classe 250cc con la Honda del team CIP e poi per due anni nella classe Moto2. Dopo il 2011, e le difficoltà che hanno portato a scarsi risultati, Debise ha lasciato il paddock della MotoGP per approdare al Mondiale Supersport e dopo è tornato in Francia ed è soprattutto passato al MotoAmerica, dove ha corso dal 2016 al 2018 ottenendo vittorie e podi nella classe Supersport. Successivamente sono arrivate altre esperienze folli, come quando il pilota francese ha corso in due campionati diversi (IDM in Germania e FSBK in patria) e in due classi diverse in ciascuno di essi (Superbike e Supersport), affrontando quattro gare nello stesso weekend e riuscendo persino a vincerle tutte e quattro in più occasioni nel campionato francese.
Questa “follia” e molteplici titoli francesi hanno riportato il transalpino al Mondiale Supersport. Debise ha avuto alti e bassi nel 2023 con GMT94 Yamaha, ma il passaggio all’Evan Bros Racing Team, sempre su una Yamaha R6, gli ha consentito di fare lo step necessario per potersi giocare costantemente il podio (quattro risultati nella top 3 finora, tra cui un secondo posto e tre terzi posti).
La stagione 2024 finora, le stagioni passate e uno sguardo al futuro. Tutto questo nell’intervista che Valentin Debise ha concesso a Palmen in Motorradsport.
Valentin, come sta andando il 2024 per te?
Sta andando abbastanza bene. Dal primo colloquio che ho avuto con il team, ho capito chiaramente che era quello il posto per me, perché la mentalità e il metodo che hanno sono esattamente quello che sognavo e cercavo. Non appena abbiamo iniziato i test, ho capito subito che quello che pensavo sarebbe successo. Essendo passato a un altro team in un campionato di altissimo livello, sapevo che ci sarebbe voluto del tempo prima di raggiungere i migliori, ma siamo comunque riusciti a fare delle belle gare a Phillip Island e anche buoni risultati qua e là in Superpole. Ora più andiamo avanti, più conosco il team e più loro conoscono me e sanno cosa voglio, quindi ci capiamo sempre meglio e possiamo vederlo nei tanti podi che abbiamo già ottenuto. Penso che stiamo crescendo tutti insieme e questo è positivo.
Qual è il tuo obiettivo per le prossime gare?
Dato che sappiamo che quest’anno le Ducati sono un po’ più forti rispetto alle Yamaha, l’obiettivo è salire sul podio il più possibile e magari, a un certo punto, riuscire a vincere una gara. Anche se sappiamo che con la Yamaha è difficile già salire sul podio, di sicuro puntiamo comunque alla vittoria.
Hai già un po’ di esperienza nel WorldSSP, dato che ci hai gareggiato l’anno scorso con GMT94 e anche in passato. Cos’è che ti è mancato nelle stagioni precedenti e invece hai adesso?
Quando ho smesso di correre in Moto2 dopo il 2011, ho avuto un’opportunità per correre nel Mondiale Supersport, ma non ero ancora pronto. I risultati sono stati pessimi ed è anche per questo che ci ho messo così tanto tempo a tornare qui. Una volta che corri in un campionato del mondo e poi lo lasci dopo risultati negativi, di solito i team non ti vogliono più, perché pensano che tu non sia sufficientemente bravo. Questo ha reso molto difficile per me convincere i team che in realtà ero in grado di far bene qui. Fortunatamente per il 2023 ho trovato GMT94, che mi ha dato l’opportunità di mostrare il mio valore. Tuttavia, la stagione è andata peggio del previsto ed è stato davvero difficile per me lavorare con il team. Potevo rimanere lì, ma sapevo che dovevo cambiare aria se volevo fare un passo avanti. Per questo sono passato alla mia squadra attuale e posso dire che ho fatto bene, perché ora sono molto più costante rispetto all’anno scorso.
Come hai ricordato, hai anche corso in 250cc e in Moto2 dal 2009 al 2011. Cosa puoi dire di quelle stagioni?
Non penso che quegli anni siano stati importanti, perché quando ho corso in 250cc avevo 16 anni, quindi non ero pronto a salire su quelle moto e a correre a quel livello. Inoltre, ora in Moto2 puoi puntare a buoni risultati anche se vai nel peggior team del campionato. Quando ci correvo io, invece, c’era una grande differenza tra le moto e i team e di sicuro non ero nel posto giusto con le persone giuste, cosa che mi ha anche impedito di imparare. Mi sono bruciato rapidamente. Una volta che ho lasciato il Motomondiale, ho iniziato a vedere la mia guida in modo diverso e a cercare di migliorare come pilota, invece di limitarmi a spingere la moto oltre il limite.
Dopo quell’esperienza, sei passato al Mondiale Supersport e poi ad altri campionati.
Ho corso un paio di anni nel campionato francese e ho visto che non mi avrebbe portato da nessuna parte. Ho quindi capito che se il mio obiettivo era tornare a un campionato del mondo, avrei dovuto prendere un’altra strada. La mia idea era di correre o nel MotoAmerica o nel campionato asiatico (ARRC, ndr), ma in Asia era impossibile trovare una sella in quanto pilota europeo, quindi sono andato negli Stati Uniti. Ho trovato uno sponsor e una squadra e sono riuscito a vincere un paio di gare, dimostrando così alla gente che potevo essere più veloce di quanto non avessi fatto in Francia.
Che cambiamento è stato per te correre nel MotoAmerica e sui circuiti americani, che sono un po’ diversi da quelli che abbiamo in Europa?
Ho anche corso nel Mondiale Endurance in quegli anni e lì ho imparato ad adattarmi rapidamente a tutto. Questo mi ha aiutato molto anche quando sono arrivato al MotoAmerica e ho dovuto adattarmi ai loro circuiti, che spesso hanno molte buche, diversi tipi di asfalto nella stessa pista e tante chicane. Sono andato lì sapendo che l’unica cosa che dovevo fare era cercare di capire come guidare in quei circuiti. In pratica cercavo di essere americano (ride, ndr) ed è per questo che ho subito dato il massimo.
Per quanto tempo hai corso nel MotoAmerica?
Ho corso tre anni nel MotoAmerica e un anno in un altro campionato americano. Sono rimasto tre anni con M4 Suzuki e mi aspettavo di salire in Superbike con Yoshimura. Ho fatto alcuni test ed ero davvero veloce. Tuttavia non mi hanno preso perché ero francese e poi hanno preferito ingaggiare un pilota americano che era due secondi più lento di me. Quindi ho fatto il “maleducato” e ho lasciato.
Poi sei tornato in Europa e hai avuto una stagione 2021 che è stata un po’ folle: in pista nell’IDM in Germania e nel campionato francese, quattro gare a weekend e a volte quattro vittorie su 4 nel campionato francese.
Sì, penso di aver vinto qualcosa come 26 o 27 gare in quell’anno. Ma è stato divertente. Mi sono detto: “Ora torno al campionato francese e so che non mi può portare da nessuna parte. Quindi cosa posso fare?”. Poi mi sono ricordato che mi piace guidare sia la Superbike che la 600cc, quindi ho pensato a un programma che coinvolgesse entrambe le categorie. Ho trovato quel programma nell’IDM: il proprietario del team (Kawasaki Weber Motos Racing, ndr) è stato abbastanza “pazzo” da accettare, così ha comprato le moto, ha ingaggiato dei meccanici e abbiamo iniziato così.
Nel frattempo, ho trovato un accordo anche per fare il campionato francese, con la Kawasaki come in Germania. Tuttavia, anche se non guidavo una Yamaha, sono stato seguito e osservato da GMT94 anche per una wildcard nel Mondiale Supersport a Magny-Cours. La stagione è stata incredibile, perché alla fine ho corso anche nella classe Superbike e a volte ho vinto tutte e quattro le gare che ho fatto nello stesso weekend. Sono diventato campione francese in Supersport e mi sono classificato secondo in Superbike (mentre nell’IDM è arrivato quinto in Superbike e secondo in Supersport, ndr) e il titolo mi ha dato la possibilità di fare un test con GMT94. Ero più veloce degli altri piloti, ma alla fine hanno deciso di portare Andy Verdoia per la stagione 2022, quindi alla fine sono rimasto “col cerino in mano”.
Quindi cosa hai fatto nel 2022?
Ho corso di nuovo nel campionato francese sia in Superbike che in Supersport, ma questa volta su moto Yamaha e con il mio team. La cosa divertente è che l’organizzazione del campionato non voleva che corressi in entrambe le classi, perché avevano paura che fossi molto più veloce di tutti gli altri piloti. Quindi cosa hanno fatto? Hanno messo la gara Superbike subito dopo quella della Supersport nel programma e nell’FSBK quando l’ultimo pilota entra nella pit lane dopo una gara, essa si apre immediatamente per la gara successiva. Il risultato è stato che quando finivo la gara della Supersport lasciavo la moto al parco chiuso, correvo al mio box, prendevo l’altra moto e andavo nuovamente in griglia.
E vincevi di nuovo.
Sì, e una volta ho vinto con 10 secondi di vantaggio.
E nel 2023 sei finalmente riuscito a tornare al Mondiale Supersport. Per chiudere l’intervista, a questo punto che obiettivo hai per il futuro?
Il futuro è sempre incerto, anche perché ora sono in una posizione in cui pago per correre. Serve molto lavoro per trovare il budget sufficiente per la squadra e anche per pagarmi i viaggi in circuito, gli allenamenti e così via. Ecco perché quando le persone mi chiedono del mio futuro, rispondo che prima voglio finire la stagione in corso e solo dopo penserò a quella successiva. L’unica cosa che posso fare in questo momento è fare più podi possibili per ottenere dei bonus. In ogni caso, mi piace molto il team Evan Bros e posso dire che la mia priorità è continuare con loro, anche per più di due anni. A differenza di altri piloti, non penso che l’erba del vicino sia più verde: mi piace quello che ho e ne sono felice, quindi perché dovrei cambiare?
Palmen in Motorradsport ringrazia Valentine Debise per la sua disponibilità e gentilezza e gli augura il meglio per le prossime gare e stagioni.