Twan Smits (Supersport) si racconta a Palmen in Motorradsport

Twan Smits
Twan. Credit: Dino Eisele.

English version here.

Uno dei piloti che si sono distinti nelle ultime stagioni, per quanto riguarda la classe Supersport, è Twan Smits. Il ventenne olandese corre nell’IDM Supersport e anche se la stagione 2024 è stata piena di alti e bassi, ha dimostrato di essere uno dei principali contendenti e nel 2023 ha lottato per il titolo fino alla fine. Era addirittura diventato Campione Tedesco Supersport, prima che una penalità data al suo rivale Melvin van der Voort venisse annullata e il risultato fosse ribaltato…

Nonostante abbia perso il titolo nel 2023 e abbia avuto qualche difficoltà nel 2024, Twan Smits è riuscito a ottenere numerosi successi e podi nell’IDM Supersport con la Yamaha del Team Apreco, e si è anche guadagnato alcune wild card nel Mondiale Supersport. Quest’anno, ad esempio, Smits ha potuto partecipare al round olandese ad Assen ed è persino riuscito a qualificarsi al 9° posto e a concludere Gara 2 in decima posizione. Inoltre, ha partecipato al Bol d’Or con il team Pit Lane Endurance e così ha potuto vivere un’altra esperienza di alto livello.

Palmen in Motorradsport ha deciso di intervistare Twan Smits per condividere la sua storia.

 

Twan, cosa puoi dire della tua stagione 2024 nell’IDM Supersport?

Beh, sicuramente è stata una stagione difficile e al di sotto delle aspettative. Dopo aver fatto molti progressi nel 2023, abbiamo avuto alti e bassi e abbiamo faticato in più occasioni, anche se alcuni weekend sono stati fantastici come a Schleiz e al Nurburgring (ha vinto entrambe le gare in ognuno di questi due round, ndr). Abbiamo cambiato molte cose a livello tecnico e di squadra rispetto allo scorso anno, quindi ci è sicuramente voluto un po’ di tempo per abituarci a tutto. Ma, dopo un inizio impegnativo, siamo finalmente tornati a un buon ritmo e sulla strada giusta.

 

In quali aree hai avuto più difficoltà durante le prime gare della stagione?

Soprattutto all’anteriore. Il posteriore non è mai stato un vproblema, ma non avevo molto feeling con l’anteriore in entrata di curva. Ho dovuto cambiare il mio stile di guida rispetto all’anno scorso per essere più costante ed è stato difficile. Al Sachsenring, ad esempio, ci sono molte curve in cui devi girare molto la moto ed è qui che ho davvero faticato con l’anteriore e non riuscivo a far andare la moto dove volevo. A Schleiz abbiamo fatto una modifica che ci ha aiutato molto e si è potuta vedere la differenza: finalmente potevo fare quello che volevo con la moto.

 

Questa stagione è importante anche per te per trovare opportunità per il 2025, forse nel Mondiale Supersport. C’è qualcosa in cantiere?

Siamo sempre alla ricerca di possibilità, ma è una situazione difficile, perché ci sono molti piloti veloci con cui devi competere e ci sarà sempre qualcuno che può fare lo stesso o più di te, quindi è importante guardare a te stesso e a dove puoi fare il passo successivo. Non so se sono nella posizione di puntare a un posto nel Mondiale Supersport, ma se riusciamo a fare i passi giusti in futuro, allora chissà cosa potremo fare. Sono sempre aperto a tutto e alla ricerca di opportunità e ad oggi non si sa cosa succederà l’anno prossimo. È sempre impossibile prevedere come si sviluppano le cose nel motorsport.

 

Twan Smits
Wildcard nel Mondiale Supersport ad Assen.

 

Comunque hai già fatto alcune gare nel Mondiale Supersport e finora non è andata così male. Soprattutto quest’anno ad Assen…

Ad Assen abbiamo avuto un weekend fantastico. A dire il vero, sento che mi trovo meglio al mondiale che all’IDM. Anche nel 2023 a Portimão (dove ha debuttato nel WorldSSP con il Yamaha Thailand Racing Team, ndr), nonostante il risultato non sia stato un granché, abbiamo dimostrato di essere in grado di lottare con i migliori e di poter eguagliare i loro tempi sul giro. Posso essere davvero veloce anche in un mondiale…Devo solo continuare a crescere come pilota!

 

Cosa puoi dire del 2023?

È stato un anno fantastico. Ci hanno tolto il titolo, ma se guardi il quadro generale, abbiamo fatto grandi progressi dall’inizio dell’anno e tutto questo nonostante fossi ancora quasi un debuttante, dato che era solo il mio secondo anno in Supersport. È stato davvero difficile capire come sfruttare al meglio la 600cc, ma alla fine siamo anche andati vicini alla vittoria del titolo e questo è tutto ciò che avremmo potuto chiedere. Nel complesso è stato un anno grandioso e questo non può essere offuscato neanche dal finale negativo: abbiamo fatto un ottimo lavoro e dovremmo esserne orgogliosi.

 

E questa progressione come motociclista è iniziata per te in età molto precoce. Potresti raccontare di più sulla tua carriera agonistica finora?

Ho iniziato quando avevo 10 o 11 anni e ora ne ho 20. Ho iniziato con una minimoto, ma ero già troppo grande per quella, quindi sono passato alla Honda NSF 100. Non ero così veloce, perché principalmente andavo a correre per divertimento con mio padre. Tuttavia, una volta passati all’IDM Supersport 300, abbiamo ottenuto buoni risultati e abbiamo iniziato a capire che io, forse, posso effettivamente dire la mia in questo sport. Nel 2020 eravamo in una buona squadra e siamo riusciti a ottenere buoni risultati, poi nel 2021 siamo saliti sul podio e ci siamo detti: “OK, ora dobbiamo prenderla sul serio”. Poi sono diventato troppo grande fisicamente per la 300cc, quindi siamo passati alla Supersport e lì abbiamo fatto subito un grande passo avanti: ci sono volute poche gare per arrivare sul podio. All’inizio i podi non erano così frequenti, ma poi abbiamo fatto un altro passo avanti e siamo stati costantemente tra i primi 3. Ho iniziato a correre per divertimento con mio padre, senza grandi obiettivi, e ora sono un pilota di punta nell’IDM e ho anche fatto delle wildcard nel Mondiale Supersport. Solo tre o quattro anni fa, non avrei mai immaginato tutto questo.

 

Come ti trovi nel paddock del Mondiale Superbike, rispetto a quello dell’IDM?

Mi trovo meglio nel WorldSBK, perché tutto è più serio e professionale e mi piace prendere tutto sul serio e analizzare ogni singolo dettaglio fino a sera, mentre l’atmosfera nell’IDM è un po’ più amichevole e rilassata. Voglio lavorare il più duramente possibile e preferisco un ambiente in cui sia normale farlo.

 

Twan Smits
Vittoria al Nurburgring.

 

E la tua vita fuori dalle corse? Ti concentri al 100% sulle moto o fai anche altro fuori dalla pista?

In realtà sono impegnato anche al di fuori delle gare. Lavoro in un’azienda automobilistica e oltre a questo ho deciso di tornare sui libri: ho scelto di studiare psicologia. Sarà difficile conciliare tutto, ma non vedo l’ora di provare questa esperienza e vedere come me la cavo, dopo alcuni anni dedicati solo alle corse.

 

Normalmente, quando studiano, i motociclisti scelgono facoltà come ingegneria meccanica. Tu invece hai scelto psicologia…

La psicologia è una parte importante delle corse motociclistiche ed è un aspetto che mi è sempre piaciuto. Spesso viene trascurata, ma penso che sia una parte molto importante sia fisicamente che soprattutto mentalmente. I piloti normalmente tendono a perdere un po’ di concentrazione dopo i primi 10 giri, ed è lì che vedi davvero chi è in forma e più forte mentalmente. La componente psicologica è molto importante anche quando le gomme calano e quando si corre con temperature molto elevate, così come è fondamentale rimanere concentrati quando si viene sorpassati o quando un weekend non sta andando come si desidera, così da poter capovolgere la situazione.

 

È bello da parte tua ricordare questo aspetto delle corse. E tornando alle gare, qual è il tuo obiettivo per il futuro?

Con gli sport motoristici non si sa mai, ma il mio obiettivo personale è e sarà sempre quello di correre in un campionato del mondo, perché è il livello più alto che si possa raggiungere. Voglio semplicemente arrivare a un mondiale, che sia Supersport o Superbike non è importante. Se però devo dire qual è il mio vero sogno… allora è la Moto2, perché ammiro molto questa classe e credo che sia la classe più “hardcore” del motociclismo. Tuttavia, arrivarci è ancora più difficile rispetto al Mondiale Supersport in termini di budget. Per prima cosa, dobbiamo arrivare al WorldSSP e poi da lì possiamo passare alla Moto2 o andare in Superbike, il che andrebbe comunque bene.

 

In conclusione, a chi vorresti dire “grazie” per tutto quello che hai vissuto finora?

Sicuramente a Evert (Bom, ndr). Era il capo del mio team nell’IDM (Team Apreco, ndr) ed è mancato l’anno scorso. Quando correvo in Supersport 300 con mio padre e non sapevamo nulla di corse, Evert è venuto da noi e mi ha chiesto di unirmi al suo team. Senza di lui non sarei nemmeno in pista e devo tutto a lui e a sua moglie Corine. Voglio anche ringraziare mio padre, poiché grazie a lui ho iniziato a correre, e tutte le persone che rendono possibile questo.

 

Palmen in Motorradsport ringrazia Twan Smits per il tempo dedicato all’intervista e gli augura il meglio per il suo futuro.