Rossi di nome…e di fatto? Intervista al giovane talento Rossi Moor

Il CIV Junior è una grande fucina di talenti per il motociclismo italiano, ma negli ultimi anni questo campionato ha accolto anche numerosi piloti di altri paesi. Uno di questi è l’11enne Rossi Moor, pilota ungherese nato e cresciuto negli Stati Uniti. 

 

Doppia nazionalità, ma anche tanta Italia…

Nato a Portland nel 2007, Rossi Moor vive tra Ungheria (dove vivono i genitori di suo padre) e gli USA e dal 2018 corre in Italia. Quest’anno corre nel CIV Junior Ohvale GP-0 190 col team Bester Capital Dubai Junior,”succursale” della squadra che schiera Andrea Migno e Jaume Masiá nel Mondiale Moto3.

Moor ha già ottenuto diversi successi e tra coloro che credono fortemente in lui c’è anche l’italianissimo Stefano Favaro, manager e talent scout presente nel motociclismo da vent’anni. Favaro non è uno qualunque: tra le sue scoperte ci sono il Campione del Mondo 125cc 2007 Gabor Talmacsi, il due volte Campione del Mondo Moto2 Johann Zarco e l’attuale pilota del Mondiale Supersport Péter Sebestyén (quest’ultimo protagonista del primissimo articolo di questo blog).

Il team Bester Capital Dubai Junior per il CIV Junior Ohvale GP-0 160 2019. Al centro Stefano Favaro, mentre Rossi Moor è il pilota a destra. Pilota a sinistra: Kevin Farkas.

 

In attesa di vedere cosa gli riserverà il futuro, Palmen in Motorradsport ha realizzato un’intervista per conoscere meglio Rossi Moor, il suo percorso e la ragione di un nome di battesimo così “pesante”.

 

Rossi, puoi riassumere la tua carriera?

Gareggio in America da quando avevo 5 anni. Ho corso con differenti organizzazioni e ho vinto la maggior parte delle gare a cui ho partecipato. Nel 2017 ho vinto il titolo nelle categorie 65GP e 85/150GP, all’interno del campionato organizzato dalla UMRA (United Mini Road Racing Association, ndr). In quello stesso anno, ho partecipato a quattro gare endurance di 24 ore, vincendone tre. Nel 2018 sono approdato in Italia e dopo aver vinto la prima gara del CNV Selettiva Centro (CNV = Campionato Nazionale Velocità, ndr), ho debuttato nel CIV Junior categoria Ohvale GP-0 160. Al mio primo anno in questo campionato ho ottenuto quattro podi su cinque gare e il quarto posto finale. Sempre nel 2018 ho partecipato al Campionato Europeo, sempre nella Ohvale GP-0 160, e lì ho ottenuto il terzo posto a un solo punto dal secondo. Quest’anno sono passato alla Ohvale GP-0 190 e sono arrivato secondo nel primo round della stagione (svoltosi lo scorso 14 marzo a Cervesina, ndr).

Quanto è importante Stefano Favaro per la tua carriera?

Mi segue da quando avevo nove anni e finora mi ha aiutato molto. In passato ha scoperto piloti come Gabor Talmacsi, Johann Zarco e Péter Sebestyén. È bellissimo avere un manager con una storia così importante.

 

Qual è il tuo obiettivo per questa stagione nel CIV Junior?

Il mio obiettivo principale è migliorare il risultato dell’anno scorso, quando mi sono piazzato al quarto posto nella categoria Ohvale GP-0 160. Il livello è molto alto, ma non mollerò mai.

Corri per il team Bester Capital Dubai, una squadra presente anche nel Mondiale Moto3 e con una grande storia alle spalle (in Moto3 questa è l’attuale denominazione del team WorldWideRace di Fiorenzo Caponera, ndr). Cosa si prova?

Per me è meraviglioso far parte di un team così importante, che si gioca le prime posizioni nel Mondiale Moto3 e nella European Talent Cup (campionato per piloti dai 13 ai 17 anni inserito nel FIM CEV Repsol, ndr). Questo team è come una grande famiglia e il team manager José Manuel Ruiz Gómez è una persona fantastica e molto competente. 

Hai avuto modo di incontrare Andrea Migno e Jaume Masiá, piloti del team Bester Capital Dubai nel Mondiale Moto3?

Ancora no, sfortunatamente, ma spero di poterli incontrare presto.

Dove sogni di arrivare in futuro?

Da quando ho iniziato a correre, il mio sogno è diventare Campione del Mondo MotoGP. La strada è molto lunga e piena di ostacoli, ma ce la metterò tutta per riuscirci.

Hai mai avuto modo di allenarti o parlare con Gabor Talmacsi e Péter Sebestyén? Se sì, che consigli ti hanno dato per la tua carriera?

Sì, ho incontrato entrambi. Gabor mi ha detto semplicemente di non mollare mai e di inseguire i miei sogni. Con Péter c’è un bel rapporto di amicizia e devo dire che è un ottimo coach:  ci alleniamo insieme e mi dà sempre ottimi consigli su come prepararmi. Per la mia carriera, Péter dice che devo essere in grado di adattare me stesso e il mio stile di guida a diverse moto.  

Parlando della tua vita lontano dalle piste, cosa ti piace fare nel tempo libero?

Nel tempo libero mi piace praticare le arti marziali e girare col mio monopattino. Inoltre, amo andare in bici e giocare a videogiochi di corse.

Sei scaramantico? Quando sei alle gare segui dei rituali particolari? 

Non sono scaramantico, cerco di vedere la vita in modo realista. La mia risposta alla seconda domanda è sì: quando sono in griglia, prego.

Concludiamo con una curiosità sul tuo nome: ti chiami Rossi in onore di Valentino? 

Sì, mi hanno dato questo nome in onore di Valentino Rossi, che da sempre è il mio pilota preferito e il mio modello. A volte, quando gareggio, sento addirittura il suo spirito dentro di me.

Grazie per l’intervista e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te, è stato un onore.