Khairul Idham Pawi si racconta a Palmen in Motorradsport

Khairul Idham Pawi
Jerez 2024.

English version here.

Dopo il suo ritiro nel 2020 sembrava tutto finito: una giovane promessa che aveva fatto qualche exploit, ma è stata fermata da diversi fattori e non ha mai espresso appieno il suo potenziale. E invece no, non è stato così, poiché in seguito è tornato a correre in Asia e poi, nel 2024, è tornato sulla scena mondiale. Di chi sto parlando? Di Khairul Idham Pawi, che quest’anno è tornato a tempo pieno in un campionato del mondo prendendo parte al Mondiale Supersport con il team Petronas MIE Honda Racing.

Palmen in Motorradsport ha avuto la possibilità di intervistare Pawi, col pilota malese che si è aperto sulla stagione 2024, i suoi anni nei mondiali Moto3 e Moto2 e altro ancora.

 

Khairul, il 2024 ha segnato un nuovo capitolo nella tua carriera agonistica, poiché hai corso nel WorldSSP. Cosa pensi di questa stagione?

È stata una stagione difficile. Abbiamo faticato con la moto e dopo il primo round abbiamo cercato di migliorarla il più possibile. Siamo riusciti a fare progressi, ma non abbastanza per puntare a risultati importanti.

 

Khairul Idham Pawi
In azione a Magny-Cours.

 

Su quali aree avete dovuto lavorare in particolare?

Per me dovevamo lavorare principalmente sulla ciclistica. Comunque con il motore siamo migliorati, anche se perdevamo ancora un po’ di potenza in basso rispetto alla Yamaha. Con la Ducati, invece, non potevamo proprio reggere il confronto…

 

Qual era il tuo obiettivo per la stagione?

Nella seconda parte della stagione puntavo a un piazzamento a punti dopo essere stato 15° in Gara 1 a Phillip Island e alla fine ci sono riuscito (di nuovo 15° a Magny-Cours e Jerez, entrambe in Gara 1, ndr). Eravamo stabilmente nella top 20 ed era importante fare un piccolo passo nella nostra crescita.

 

Con te, è inevitabile pensare alle vittorie che hai ottenuto nel Mondiale Moto3 in Argentina e Germania, nel 2016.

Già nel 2015 ho ottenuto alcuni podi nel CEV Moto3 e in molte gare ho lottato con piloti come Joan Mir e Nicolò Bulega. Poi sono passato al Campionato Mondiale Moto3. In alcuni casi sono andato molto bene anche sull’asciutto, ma sono caduto molte volte perché era il mio primo anno nella categoria e non sapevo ancora come gestire le gomme e tutto il resto. A parte questo, come si sa, sono riuscito a vincere due gare sul bagnato e tra queste, la prima vittoria che ho ottenuto è stata in Argentina su una pista metà bagnata e metà asciutta. È stato fantastico vincere quelle gare e nel complesso la stagione è stata buona. Tuttavia, la mia carriera è diventata molto più difficile in seguito.

 

Khairul Idham Pawi
Vittoria al Gran Premio d’Argentina nel 2016.

 

Il 2016 è stato in generale un anno di alti e bassi, chiuso al 19° posto con 62 punti. Tuttavia, sei passato subito dalla Moto3 alla Moto2. Non era forse un po’ troppo presto?

La verità è che stavo spingendo per rimanere almeno un altro anno in Moto3, con l’obiettivo di lottare per le prime posizioni in ogni gara e in ogni condizione, ma il team ha sostanzialmente detto che non c’era posto per me in Moto3 e che dovevo andare in Moto2. Non è stata una buona idea, anche perché ho lottato con la sindrome compartimentale e altre cose su cui, a dire il vero, non posso dire molto.

 

Hai corso in Moto2, poi nel 2020 sei tornato in Moto3 e hai avuto ulteriori difficoltà che ti hanno spinto a smettere. Come è arrivata quella decisione?

Nel 2019 stavo migliorando in Moto2, dopo il passaggio ai motori Triumph, e nella seconda gara in Argentina a un certo punto ero 13°. Sfortunatamente sono caduto e mi sono infortunato al mignolo della mano destra e questo mi ha fatto perdere l’intera stagione. Abbiamo provato a sistemare il dito con un intervento chirurgico, ma non ha funzionato, quindi l’anno dopo ho deciso per l’amputazione. Inoltre, nel 2020 sono tornato in Moto3 e ho faticato nuovamente, poiché ero molto più pesante rispetto ai miei rivali e sono successe molte cose con la squadra. Dopo quella stagione, ho capito che avevo bisogno di fermarmi, rilassarmi e dimenticare tutto lo stress e le cose che succedevano nelle corse. Ed è quello che ho fatto.

 

Cosa hai fatto dopo il ritiro?

Ho lavorato nell’azienda di famiglia, specializzata in olio di palma.

 

Khairul Idham Pawi
Brno 2019, in Moto2.

 

La tua pausa dalle corse è stata comunque breve, visto che sei tornato già nel 2021.

Ho sempre amato le corse, fin da bambino, e a un certo punto quel mondo ha iniziato a mancarmi molto. Così ho deciso di tornare in pista e ho ricominciato dal campionato malese, solo per vedere se ero ancora veloce nonostante la pausa. E sì, ho vinto la gara… E ho capito che avevo ancora qualcosa da dire! Dopo ciò ho ricominciato ad allenarmi per l’anno successivo. Nel 2022 ho corso nell’Asia Road Racing Championship, nella classe Supersport, ed è andata bene (è arrivato sesto con due podi, ndr). Nel 2023 ero secondo in classifica e ho perso il titolo di campione solo per un contatto con un altro pilota all’ultima gara.

 

A questo punto, qual è il tuo obiettivo per il futuro?

A dire il vero, non sto pensando al prossimo anno (anche se dovrebbe essere di nuovo nel WorldSSP con MIE Racing, ndr) e per il futuro spero solo di continuare a correre. Diciamo che prendo le cose giorno per giorno e anno per anno.

 

In conclusione, a chi vuoi dire “grazie” per le esperienze che hai avuto in passato e per quelle che stai vivendo ora?

Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato prima e ora e nei momenti belli e brutti, ma il ringraziamento più grande va a mio padre, perché senza di lui non correrei.

 

Palmen in Motorradsport è grato a Khairul Idham Pawi per l’intervista e gli augura tutto il meglio per il suo futuro.