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La prima stagione in assoluto del mondiale femminile WorldWCR vede in pista pilote già conosciute ai più come María Herrera, Ana Carrasco e Sara Sánchez (per citarne alcune), ma ci sono anche alcune ragazze alla prima esperienza internazionale. Una di queste è una delle sorprese più piacevoli di questa stagione, ovvero Francisca Ruiz, da tutti conosciuta come “Pakita”. La pilota spagnola, schierata dal team PS Racing 46+1, è riuscita finora ad attestarsi costantemente nella top 10 e ha portato a casa un quinto posto e tre sesti posti nelle quattro gare svoltesi tra Portimão e Cremona. Prima dell’ultimo “double header” a Estoril e Jerez, la 27enne di Maiorca occupa la sesta posizione in campionato.
Palmen in Motorradsport ha avuto modo di intervistare “Pakita” Ruiz e di conoscerla meglio tra passato, presente e futuro.
Quest’anno partecipi al WorldWCR e stai vivendo un nuovo, grande capitolo nella tua carriera. Come sta andando?
La verità è che sta andando piuttosto bene. Stiamo migliorando a ogni gara, che è la cosa importante. Ogni volta siamo un po’ più vicini e speriamo che entro la fine dell’anno raggiungeremo le prime posizioni.
Qual è il tuo obiettivo per le gare rimanenti?
Il mio vero obiettivo per quest’anno è essere tra le prime cinque. Non ho una moto da allenamento e sto correndo su circuiti che sono tutti nuovi per me, oltretutto in un campionato in cui c’è solo una sessione di prove libere, e quindi è complicato correre a un livello a cui alcune mie rivali sono abituate da tempo. Sinceramente sono molto contenta di come sta andando e di come mi sto adattando ai circuiti, ma ovviamente io e la mia squadra vogliamo di più.
Stai comunque facendo un buon lavoro, nonostante non sia possibile allenarsi tra una gara e l’altra.
Esatto. Non possiamo comprare una moto come quella con cui gareggiamo e non riusciamo nemmeno ad allenarci tra una gara e l’altra: a Maiorca, ci alleniamo due volte al mese e a volte non ci alleniamo affatto, come ad agosto (il circuito era chiuso, ndr). È vero che più tempo passi in sella, meglio è, ma ha un costo…
Sei entrata a far parte del WorldWCR dopo alcuni anni di gare solo in Spagna. Puoi raccontare qualcosa in più su come ti sei appassionata alle moto?
Mi hanno regalato la mia prima minimoto quando avevo tre anni e mentre i miei amici andavano in bicicletta, io andavo in giro con una moto da corsa a benzina. Beh, mia madre me l’ha presto tolta e nascosta da qualche parte…È ricomparsa solo quando ci siamo trasferiti in un’altra casa, e allora avevo sette o otto anni. Ci siamo trasferiti in questa casa in campagna e lì ho ricominciato a guidare. Mia madre non voleva che lo facessi, ma ho insistito così tanto che alla fine l’ho convinta, e questa volta con una minimoto da cross. Quindi sì, sono partita col motocross e poi si è aggiunta anche la velocità.
Allora gareggiavi in più discipline.
Sì, e siamo andati avanti così finché i miei genitori non mi hanno detto che, per questioni di budget, avrei dovuto scegliere tra una cosa e l’altra. Alla fine ho deciso di continuare con la velocità, dove corro da quando avevo nove o dieci anni. Tutto è iniziato nel Campionato delle Baleari, dato che sono di Maiorca, e sono sempre stata l’unica ragazza a gareggiare contro i ragazzi. Nonostante fossi sola contro i ragazzi, ho vinto dei campionati. Poi è arrivato il Natale del 2014 e poiché non riuscivo a trovare abbastanza budget, ho pensato di rinunciare alle corse. Tuttavia, a gennaio è apparso il primo campionato femminile in Spagna, con le categorie 600cc e 1000cc, e ho ottenuto il supporto di cui avevo bisogno per partecipare. Com’è andata? Ho vinto quel campionato sette volte dal 2015 al 2022. Sono felice della mia carriera finora, perché ciò ha comportato molto lavoro, sforzi e sacrifici, ma ho ottenuto molto e spero di continuare per molti anni.
Tra i titoli che hai vinto nel campionato femminile spagnolo, ce n’è uno in particolare che è speciale per te?
Il primo. Poco tempo prima pensavo di ritirarmi, perché non avevo supporto e sponsor, e pochi mesi dopo sono salita per la prima volta su una 600cc. Ho vinto il campionato delle Baleari contro tutti i ragazzi e il campionato femminile spagnolo, quindi per me è stato il più speciale.
E quanto è stato complicato per te arrivare a questo livello da Maiorca?
Il circuito è stato chiuso per molto tempo e da alcuni anni non è più possibile gareggiare lì. Da Maiorca sono arrivati piloti molto bravi come Izan Guevara, Augusto Fernández e Miquel Pons, ma noi abbiamo avuto vita molto dura, per essere onesti. Alla fine, posso dirti che ho gareggiato con loro molte volte e sono riuscita a batterli più di una volta, ma non sono riuscita a progredire come loro perché non avevo supporto.
Quindi hai dovuto seguire un percorso diverso.
Non potevo andare oltre, quindi siamo rimasti in Spagna e abbiamo fatto del nostro meglio con quello che avevamo. La stessa cosa la stiamo facendo nel WorldWCR: non saremo mai in grado di essere con le più forti, poiché corrono a livello di campionato mondiale da molti anni, ma stiamo facendo del nostro meglio. Mi sto adattando bene a tutte le circostanze e stiamo migliorando ogni volta che scendiamo in pista, quindi possiamo essere felici.
Qual è il tuo obiettivo a lungo termine, a parte questa stagione?
Non so cosa farò l’anno prossimo, ma di sicuro cercherò di essere ancora nel mondiale femminile. Dipende se trovo abbastanza budget e sponsor, ma mi piacerebbe molto correre di nuovo qui. Il 2024 è un anno che stiamo prendendo per imparare, acquisire esperienza e conoscere la moto e i circuiti, così possiamo puntare in alto nel 2025. Più in generale, vorrei anche diventare un pilota professionista, in modo da non dover pagare e poter vivere grazie alle corse.
Parlando del WorldWCR, le stesse pilote che vi gareggiano hanno opinioni diverse su questo campionato, tra chi lo considera un punto di partenza e chi invece lo ritiene il punto più alto nella carriera di una donna. Tu cosa ne pensi?
È difficile dirlo ora, l’unica certezza è che dovremmo correre almeno tre anni con la Yamaha R7. Alla fine, come dici, ci sono molte persone che hanno opinioni diverse, ma è davvero positivo dare a molte ragazze l’opportunità di essere sulla scena mondiale e, se si distinguono, di correre con gli uomini. Non avevo mai avuto un’opportunità del genere prima. Ho sempre desiderato raggiungere il campionato del mondo e correre contro gli uomini, quindi sono felice di aver avuto questa opportunità e spero che anche altre realtà diano opportunità alle donne.
In conclusione, c’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare per quello che stai vivendo quest’anno?
Devo ringraziare prima di tutto la mia famiglia per avermi sostenuto. Sono loro che mi accompagnano sempre, compresa mia mamma: inizialmente mi impediva di andare in moto, ma ora è la persona che mi supporta di più. Inoltre, sono grato a tutte le persone che credono in me, a tutti i miei sponsor e soprattutto a tutte le persone che mi hanno aiutato, perché per arrivare al mondiale ho dovuto anche vendere molti calendari. Ho dovuto stampare mille calendari per assicurarmi il budget e continuare a gareggiare. Senza queste persone, non sarei riuscita ad arrivarci.
Palmen in Motorradsport ringrazia “Pakita” Ruiz per la disponibilità e le augura il meglio per le prossime gare e stagioni.