Max Temporali si racconta a Palmen in Motorradsport (Parte 2)

 

Max Temporali
Max Temporali. Credit: Palmen in Motorradsport.

Dopo aver parlato dei suoi trascorsi in pista e di come è entrato nel giornalismo, nella seconda parte di questa lunga chiacchierata Max Temporali ha raccontato le sue esperienze in cabina di commento, tra ricordi, emozioni e il suo rapporto con Edoardo Vercellesi. Per leggere la prima parte dell’intervista clicca qui.

 

Max, di cosa ti sei occupato in questi primi dieci anni da commentatore?

Dal 2009 al 2011 ho commentato la MotoGP per quel canale di Mediaset Premium, poi nel 2012 sono passato a Italia2. Nel 2013, invece, ho fatto coppia con Guido Meda su Italia1. Negli anni successivi ho commentato il Mondiale Superbike per Mediaset insieme soprattutto a Giulio Rangheri. Ora commento la Superbike per Sky Sport MotoGP e questo è possibile grazie a Guido Meda, che alcuni mesi fa mi ha chiamato per chiedermi se volevo unirmi a loro.

Anche se non lavoravamo insieme dal 2014, sono sempre rimasto in buoni rapporti con Guido Meda. Lui è una persona meravigliosa e attenta all’aspetto umano e io sono sempre grato a chi, come lui, mi ha regalato delle opportunità o anche solo la felicità. Quando fai un lavoro che ti piace, vuol dire che qualcuno ti sta regalando la felicità e tu, in cambio, cerchi di offrire qualcosa, che è un servizio. E quindi…Eccoci qua, in una veste tutta nuova!

 

Com’è stata la tua prima volta in cabina di commento, nel 2009?

Eravamo io e Giulio Rangheri e ci trovavamo in Qatar per la prima gara del Motomondiale. Avevamo fatto alcuni test a Cologno Monzese, prima di partire, ma c’era comunque molta agitazione. Giorgio Terruzzi, poi, cominciò a metterci una certa pressione. A un certo punto, durante la prima telecronaca, andai in palla! Eravamo in una cabina stretta e c’erano tanti monitor, ben otto, che io vedevo per la prima volta. Devi essere veloce nel capire cosa guardare e quando guardarlo e questa è una capacità che non hai da subito, ma acquisisci col tempo.

A un certo punto, vidi che ogni tre secondi Terruzzi allungava le braccia e appoggiava il dito sui monitor. Giuro che a un certo punto mi sentivo ubriaco (ride). Fu un disastro. A fine telecronaca ne parlai con Giorgio e dissi: “Qua è un casino. Tu sei troppo veloce e io sono troppo lento. Non ce la farò mai”. Lui si sentì in colpa e dal giorno dopo sparì dalla cabina di commento. Mi sentì molto più tranquillo e questo mi permise di iniziare la mia esperienza con una maggiore serenità.

Max Temporali Giulio Rangheri
Max e Giulio Rangheri nel 2015.

 

Qual è l’aspetto che ti piace di più della telecronaca? 

Quando ci sono delle gare entusiasmanti e quando un pilota ti emoziona particolarmente. In quei casi non riesco a trattenere le emozioni, ma devo esternarle e questo capita a prescindere dal nome del pilota e dalla moto che guida.

Se dovessi scegliere alcuni momenti che mi hanno emozionato davvero, sceglierei la vittoria di Federico Caricasulo quest’anno ad Assen, conoscendo anche il suo percorso e la sua storia, e quando lo scorso anno Lucas Mahias, a Portimao, ha cercato di portare la moto ai box con la gomma posteriore forata, cadendo e rialzandosi più di una volta durante il giro. Lì, volente o nolente, la lacrimuccia scende…

 

E l’aspetto che ti piace di meno?

Quando ti trovi a commentare situazioni come gli incidenti e, soprattutto, la morte di un pilota. I momenti peggiori, per me, furono la morte di Shoya Tomizawa e quella di Marco Simoncelli. Sono situazioni terribili e una volta finito di lavorare, vai casa col “magone” e inizi a farti domande e a porti dubbi. Alla fine la passione ti fa andare avanti, ma è bruttissimo quando conosci un ragazzo e instauri un bel rapporto con lui, con tanto di battute e pacche sulle spalle, e la sessione dopo quel ragazzo non c’è più…

 

Quest’anno si può dire che ricopri un ruolo inedito, dato che fai da “spalla” al ben più giovane Edoardo Vercellesi. Come ti trovi a lavorare con lui?

La scelta di Edoardo è stata condivisa con Guido. Mi piaceva molto l’idea di poter scommettere su un giovane e in più, penso che in generale sia ora di dare più spazio, appunto, ai giovani. Prima o poi dovrò togliermi dalle scatole (ride). Mi sono affezionato subito a Edoardo: è un ragazzo bravo, gentile e sensibile. All’inizio abbiamo dovuto calmarlo un po’, dato che aspettava questo Mondiale con tanta ansia, ma alla fine si è rivelato una scommessa vincente.

Edoardo è molto sveglio, intelligente e con una formazione “da Playstation”, nel senso che è molto preparato e competente pur non avendo esperienza sul campo. Studia tantissimo e riesce a mantenere la lucidità dall’inizio alla fine, cosa tutt’altro che facile quando si fanno tante ore di telecronaca. Gli manca l’esperienza sul posto, e questo potrebbe penalizzarlo nel trattare certi temi, ma come telecronista è già fantastico.

Max Temporali
Max Temporali con Edoardo Vercellesi. Credit: GPone.

 

Ti vedi a commentare ancora tra 10 anni?

Non lo so, dipende da come ci si sente. Bisogna avere il fuoco dentro, come si dice, e nel mio caso aiuta molto poter usare la moto nella vita di tutti i giorni e poter provare diverse Superbike. Se un giorno questi stimoli dovessero sparire, mi fermerei. La cosa difficile è quando hai una famiglia e devi affrontare delle trasferte, ma negli ultimi anni ne ho affrontate sempre meno e questo mi ha aiutato a non trascurare, appunto, la mia famiglia. In ogni caso, come detto prima, spazio ai giovani!

 

Hai sottolineato come tu, tra Mediaset e Sky, abbia provato diverse moto del Mondiale Superbike. Per concludere l’intervista, puoi dire quale SBK ti ha dato più emozioni?

La Ducati Panigale V4R, che ho provato a Imola prima del round Superbike. Mi era entrata nel cuore durante l’inizio di stagione, quando la vedevo vincere con Bautista, e mi sono entusiasmato sentendone il suono, la cambiata e come la guida Álvaro. Forse è proprio lui che mi ha fatto avvicinare a questa moto…

Quando l’ho provata a Imola, mi sono trovato a meraviglia. Ha tanti cavalli, una valanga, ma tutti controllati con la massima dolcezza. Inoltre, è bellissimo uscire dalla variante in prima marcia e sentire ancora la ruota incollata a terra…Momenti in cui ti chiedi: “E gli altri? Dove sono?” (ride). Una moto fantastica, davvero…

Max Temporali
Max in sella alla Ducati V4R di Álvaro Bautista.

 

Palmen in Motorradsport ringrazia sentitamente Max Temporali per la disponibilità e la simpatia dimostrate.