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Uno dei rookie più interessanti che sono approdati al Mondiale Supersport nel 2024 è Kaito Toba. Il pilota giapponese, vincitore della Asia Talent Cup nel 2014, ha trascorso diverse stagioni nel Mondiale Moto3 e anche se è riuscito a vincere il GP del Qatar nel 2019 e a ottenere diversi podi, ha vissuto continui alti e bassi e un mix di fattori gli ha impedito di essere costantemente nelle prime posizioni.
Per la stagione 2024, Toba ha deciso di iniziare un nuovo capitolo della sua carriera, partecipando sia al WorldSSP col team Petronas MIE Honda Racing, sia al Campionato Europeo Moto2 col team Promoracing. Finora il giapponese ha faticato nel WorldSSP a causa di una Honda ancora tutta da sviluppare, ma ha ottenuto un buon sesto posto in Gara 2 ad Assen in condizioni miste, mentre nell’Europeo Moto2 (all’interno del FIM JuniorGP) ha già ottenuto dei risultati nella top 10.
Palmen in Motorradsport ha avuto la possibilità di intervistare Kaito Toba durante il round ceco del WorldSSP a Most, e il risultato finale è una bella chiacchierata su questa stagione, la sua esperienza nel campionato mondiale Moto3 e il futuro.
Kaito, iniziamo dalla tua stagione nel World Supersport. Come sta andando?
Finora è stato abbastanza difficile, perché stiamo guidando una moto da 600cc e corriamo anche contro mezzi di cilindrata maggiore, come 800 cc o 955 cc. Stanno cercando di bilanciare le prestazioni con il regolamento, ma il gap di potenza è ancora rilevante, soprattutto a livello di coppia. In ogni caso ci stiamo avvicinando, perché Honda sta cercando di sviluppare la moto e allo stesso tempo stiamo cercando di migliorare ulteriormente i punti positivi della nostra CBR. Comunque, sono molto contento di essere in questo campionato.
Qual è la differenza principale tra Moto3 e Supersport?
Sono stato in Moto3 per un bel po’ di tempo e posso dire che in questa classe hai bisogno di un po’ di fortuna e anche di scia. Dall’altro lato, su una moto più grande devi avere più controllo. Ho la sensazione che nella Supersport il pilota sia più importante che nella Moto3.
Cosa puoi dire invece della tua stagione nel Campionato Europeo Moto2?
Finora sono migliorato molto. Non ho potuto partecipare al primo round a Misano, poiché coincideva con il round del WorldSSP ad Assen, ma nei tre round che ho corso finora ho fatto continui passi avanti. A Estoril è stato difficile, perché era un circuito nuovo per me e il meteo cambiava di continuo, ma sono riuscito a concludere la mia prima gara in Moto2 a punti. A Barcellona ho fatto fatica, anche perché il meteo era di nuovo instabile. A Portimão avevamo un pacchetto abbastanza buono e il meteo è stato buono per tutto il weekend, quindi ho potuto finalmente lavorare a dovere sul mio feeling con la moto. In entrambe le gare sono stato veloce (8° e 6°, ndr), ma soprattutto in Gara 2 ho fatto una partenza pessima e sono finito fuori dalla zona punti, per poi recuperare molte posizioni e finire 6°. Credo che con una partenza normale avrei potuto lottare per il podio. Penso che se corressi nel Campionato Mondiale Moto2, sarei vicino ai punti.
Qual è il tuo obiettivo per questa stagione, in entrambi i campionati?
Il mio obiettivo in Supersport è cercare di essere nella top 10, mentre in Moto2 voglio vincere. Tuttavia, nel Campionato Europeo Moto2 è un po’ complicato, perché servono sponsor per gareggiare lì e in questo momento ho bisogno di più budget di quello disponibile, se voglio raggiungere il mio obiettivo. D’altra parte, posso dire che nel WorldSSP non pago per gareggiare, quindi posso concentrarmi completamente sulle mie prestazioni e sul raggiungere i migliori risultati possibili.
Quali ragioni ti hanno spinto a questo passaggio da Moto3 a Supersport e Moto2?
Il mio sogno è correre in MotoGP e poiché sono rimasto bloccato in Moto3 per un bel po’ di tempo, sapevo che era giunto il momento di cambiare. Ho ricevuto l’offerta di correre nel World Supersport con Honda e l’ho accettata, ma allo stesso tempo volevo correre anche in Moto2 ed è così che ho iniziato a lavorare con il team Promoracing. Inoltre, le gomme sono ora le stesse sia nel Campionato Europeo Moto2 che nel Campionato Mondiale Supersport (fornite da Pirelli, ndr) e correre in due serie diverse mi consente di trascorrere più tempo in moto, quindi sono contento.
Questa stagione 2024, che ti vede gareggiare in due campionati diversi, arriva dopo aver corso in Moto3 dal 2017 al 2023. Cosa puoi dire di quelle stagioni?
Devo dire che ero un po’ troppo giovane quando sono arrivato al Campionato del Mondo Moto3. Quando sei molto giovane, vuoi solo vincere e senti di fare tutto nel modo giusto, ma poi ti rendi conto che devi imparare molto e lavorare sodo. Quando ho raggiunto un buon livello, non ho avuto fortuna con la moto e il team, perché guidavo una Honda e all’epoca il divario con KTM era ancora più grande di adesso, se escludiamo Leopard Racing e pochi altri team. Tuttavia, la situazione è migliorata in seguito e nel 2023 sono stato abbastanza costante e quasi in top 10 nella classifica del campionato. Nel complesso il mio periodo nel Campionato del Mondo Moto3 è stato difficile, ma ho imparato parecchio e ho migliorato le mie capacità. Inoltre, sono riuscito a trascorrere lì sette anni e so quanto sia dura. Ora sono felice di essere riuscito a passare a una categoria diversa.
Quali sono i tuoi ricordi migliori e peggiori del periodo trascorso in Moto3?
Il ricordo migliore che ho è la mia prima vittoria in Qatar, nel 2019, mentre il ricordo peggiore sono le prime due stagioni sulla scena mondiale, quindi il 2017 e il 2018. Avevo vinto l’Asia Talent Cup nel 2014 e poi avevo ottenuto buoni risultati anche nel CEV Moto3 e nella Red Bull MotoGP Rookies Cup, quindi è stato brutto arrivare al campionato del mondo e vedere che su alcuni circuiti che conoscevo, i miei tempi sul giro erano persino più lenti di quelli che avevo fatto segnare nel CEV un anno prima. Inoltre, nel 2017 il team mi ha trattato come un principiante, quindi ho dovuto adattarmi alla moto e i miei commenti venivano sostanzialmente ignorati. La situazione si è ripetuta l’anno dopo, ma mi sono adattato alla moto e ho potuto migliorare rispetto alla mia stagione da esordiente. È stato un periodo molto duro per me, ma il mio amore per le corse motociclistiche mi ha fatto andare avanti.
E nel 2019 sei riuscito a vincere la gara Moto3 in Qatar.
Quello è stato un momento bellissimo, ma la stagione nel complesso è stata di nuovo molto dura. Spesso lottavo nel gruppo di testa, ma finivo per cadere o per miei errori o perché spingevo anche se la mia moto non era molto competitiva. In ogni caso, non ero lo stesso pilota che sono diventato nel 2023 e sono sicuro che con la mentalità che avevo l’anno scorso, avrei potuto lottare per il campionato nel 2019.
Come sei cambiato negli ultimi anni rispetto a quando hai debuttato nel Mondiale Moto3?
Con il passare degli anni, ti rendi conto di cosa devi cambiare per migliorare e lottare prima per i punti e poi per la vittoria. Nel mio caso, penso di essere diventato più calmo e ora cerco di analizzare tutto con calma.
Un’altra domanda per te: com’è il paddock del WorldSBK rispetto alla MotoGP?
Preferisco il paddock del WorldSBK, perché è più “rilassato” e c’è meno pressione, ma mi piace anche quello della MotoGP.
A questo punto della tua carriera, qual è il tuo obiettivo per il futuro?
Al momento non sono sicuro se voglio rimanere nel paddock del WorldSBK o tornare al Motomondiale, perché dipende anche dalle offerte che riceverò per il prossimo anno. In ogni caso, mi sento nella posizione di poter scegliere la strada da seguire: potrei andare al Campionato del Mondo Moto2 e poi in MotoGP, ma posso arrivarci anche ottenendo buoni risultati in Supersport e poi in Superbike, così da ottenere l’attenzione di un costruttore che corre anche in MotoGP. Vedremo cosa succederà, ma sono fiducioso sul mio futuro.
In conclusione, c’è qualcuno che vuoi ringraziare per le esperienze che hai vissuto finora e che vivrai in futuro?
Ci sono molte persone ed entità a cui sono grato. Una di queste è Dorna, perché se sono qui è anche grazie alla Asia Talent Cup. Un grande ringraziamento va anche a Midori Moriwaki, perché mi ha dato la possibilità di correre nel WorldSSP.
Palmen in Motorradsport ringrazia Kaito Toba per il tempo dedicato a questa intervista e gli augura il meglio per le prossime gare e stagioni.