
Saltato l’accordo col team Pedercini Racing per correre nel Mondiale Superbike, Gabriele Ruiu aveva iniziato la stagione nel Mondiale Supersport, con la Honda del team Gemar Ciociaria Corse (nuovo nome del Team Lorini). L’accordo, però, si è concluso dopo il solo round di Phillip Island e lì è iniziato per Ruiu un lungo girovagare da una moto all’altra, spesso con risultati comunque positivi.
Dal 6 all’8 settembre, per esempio, Gabriele Ruiu ha corso nel WorldSSP a Portimao, dove ha sostituito Hannes Soomer per il team Racedays Honda. Pur avendo partecipato solo alle prove del sabato e alla gara, il 18enne romano ha ben figurato sul tracciato lusitano, portando casa un buonissimo 12° posto. Questa ed altre buone prestazioni confermano il talento dimostrato da Ruiu in più occasioni, come quando nel 2018 aveva conquistato una serie di top-10 nell’Europeo Superstock 1000 con la Kawasaki del team Pedercini.
Gabriele Ruiu ha raccontato a Palmen in Motorradsport le varie esperienze di quest’anno tra Mondiale Supersport e Moto2, compresa la già menzionata gara di Portimao. Ecco le sue parole.
L’intervista
Gabriele, puoi parlare del weekend appena vissuto in Portogallo?
Sono molto soddisfatto di com’è andata, anche se si poteva fare di meglio. Il team Racedays Honda mi ha chiamato all’ultimo per sostituire Hannes Soomer (“unfit” dopo una brutta caduta nei test estivi, ndr) e mi sono trovato subito bene. La moto aveva già un’ottima base a livello di assetto e quindi ho potuto spingere fin da subito. Nelle FP3, infatti, ho girato a soli due secondi da Caricasulo, pur avendo saltato l’intera giornata del venerdì. In Superpole, poi, ho chiuso col 13° tempo migliorandomi di quasi un secondo. In gara avrei potuto fare molto bene, ma a un certo punto le condizioni sono cambiate e quindi non sono andato oltre il 12° posto, risultato comunque molto positivo. È stato un bel weekend e spero di tornare presto in sella.
Avevi stupito già due settimane prima nei test, quando hai girato col team CIA Landlord Insurance Honda al posto di Péter Sebestyén…
Sì, anche lì mi sono trovato molto bene. Ho fatto segnare il nono tempo nonostante venissi da tre mesi di inattività. Ai test e al successivo round ho dimostrato di essere comunque competitivo e sono molto felice per questo.
Adesso facciamo un passo indietro e parliamo di cosa sarebbe dovuto succedere quest’anno.
Dopo la bella stagione in Superstock 1000 e le gare fatte in Argentina e in Qatar, era praticamente sicuro che avrei corso nel Mondiale Superbike col team Pedercini Racing. Purtroppo nel contratto c’erano delle clausole che non mi andavano bene e che per loro erano importanti, quindi non abbiamo concluso nessun accordo. Ci tengo comunque a dire che io e Lucio (Pedercini, titolare del team, ndr) siamo rimasti in ottimi rapporti e lo ringrazio per il bellissimo anno vissuto insieme.

Avevi poi firmato per correre nel Mondiale Supersport col team Lorini (qui l’articolo scritto allora per Corsedimoto). Cos’è successo invece con loro?
Ci eravamo presentati a Phillip Island senza aver fatto test e fin da subito mi sono reso conto che non eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Non c’era feeling e avevamo idee diverse su come andavano fatte le cose. Per questo, abbiamo deciso di chiudere subito dopo l’Australia, anche a costo di non trovare un’altra sistemazione fissa.
Da lì è partita una serie di apparizioni spot e la prima è stata in Moto2. Cosa puoi dire a riguardo?
Ho preso parte al GP di Austin con la MV del team Forward Racing, al posto dell’infortunato Stefano Manzi. Avevo guidato la Moto2 nel CEV, dove ho corso nel biennio 2015/16, ma lì si utilizzavano (e si utilizzano ancora, ndr) i motori Honda e quindi mi sono trovato per la prima volta a correre con una Moto2 motorizzata Triumph. Devo dire che mi sono trovato molto bene, anche perché se escludiamo uno stile di guida leggermente più spigoloso, non ho trovato differenze rilevanti rispetto alla “vecchia generazione”. In gara sono arrivato 21° e devo dire che mi sono divertito molto. Correre nel Motomondiale è il sogno di chiunque e mi ha fatto molto piacere arrivarci, anche solo per una gara.
Successivamente sei tornato in Supersport per il round di Imola, dove hai corso con la Yamaha del Team Tóth.
Anche quella è stata un’esperienza piacevole, perché è sempre bello correre in un Mondiale sul proprio circuito di casa. Ci sono state comunque diverse difficoltà, perché il team ha ricevuto la nuova moto solo il giovedì prima della gara (l’altra era sparita nell’ambito del “caso Héctor Barberá”, ndr) e quindi c’erano molte cose da sistemare. Ciononostante, siamo andati abbastanza bene per tutto il weekend e in gara mi sono giocato la top-10. Purtroppo a pochi giri dal termine si è staccato il supporto della vaschetta da cui viene l’olio per i freni. L’olio non arrivava ai freni e non riuscivo più a fermare la moto, quindi mi sono dovuto ritirare.
Dopo la gara di Imola sei stato fermo tre mesi, prima di andare a Portimao per i test e poi per la gara. Cosa hai fatto in quel periodo?
Ho continuato ad allenarmi costantemente, in attesa di una chiamata che, per fortuna, è arrivata…
Noto che malgrado le difficoltà, continui a guardare il lato positivo.
Sì, perché anche se non ho trovato una sella per tutta la stagione, ho vissuto esperienze che tanti piloti sperano di poter vivere. In più, passare costantemente da una moto all’altra mi ha reso molto più versatile e ora posso adattarmi a un nuovo mezzo in pochissimo tempo. Tutte le squadre con cui ho gareggiato dopo il divorzio dal Team Lorini hanno apprezzato molto la mia dedizione e il mio approccio alle gare e i risultati dimostrano che posso ancora dire la mia. Nell’ultimo periodo mi è mancata la continuità, ma mi sono sempre fatto trovare pronto. Di fronte a tutto questo, non si può che essere felici…

Come mai, per esempio, non c’è stata la possibilità di andare avanti col Team Tóth dopo Imola?
A Imola sostituivo il pilota che ha poi debuttato a Jerez (Alen Gyorfi, ndr). In più, il team chiedeva un budget che purtroppo non potevo portare…
C’è già qualche trattativa in corso per il 2020?
Sto valutando diverse proposte, ma al momento non c’è nulla di deciso. La speranza è che qualcuno scommetta su di me e mi dia una moto competitiva, affinché possa dimostrare davvero di cosa sono capace.
Se potessi scegliere in quale campionato correre, dove andresti?
Dappertutto tranne che nella Supersport 300 (ride, ndr). Scherzi a parte, a me non interessa correre in questo o quel campionato, ma essere nelle condizioni giuste per poter fare bene. Vedremo cosa succederà…
Palmen in Motorradsport ringrazia Gabriele Ruiu per la disponibilità e gli augura il meglio per il futuro.
ragazzo talentuosissimo ma inteligente